domenica 13 giugno 2021

 

 CARNIER PIER ARRIGO


RIPUBBLICO LA FOTO DELLA CARA AMICA ANTONELLA COSMO RESA PUBBLICA ALCUNI GIORNI FA' AVENDOMI LA STESSA ISPIRATO DEI SUCCESSIVI CARI RICORDI CHE DI SEGUITO VOGLIO ESPRIMERE IN UN COMMENTO.


Pier Arrigo Carnier
Traendo spunto dal fatto che la mia cara amica Cosmo è trevisana, esattamente di Vittorio Veneto, ho avuto ispirazione di rievocare vari e cari ricordi con riferimento al territorio trevisano di Conegliano, Vittorio Veneto, S.Fior e al vasto e meraviglioso compendio collinare di famosi vigneti che, da Susegana, si estende verso nord fio a Vittorio. Conegliano è cittadina ridente e felice. Non posso dimenticare che, negli anni giovani , mi piaceva come mi piace tutt'ora , la parlata in trevisano riferita in particolare alle donne, dall' eufonia soffice e gradevolmente scivolante, per cui Conegliano si pronuncia "Coneian" . Per le donne di quei luoghi rammento che andavano matti gli artiglieri del reggimento di artiglieria someggiata di stanza a Conegliano. Someggiata significava artiglieria dotata di cannoni di medio calibro da caricare smontati a pezzi in groppa a muli. su basti appositamente attrezzati. Di conseguenza la caserma di Conegliano era dotata di stalle capienti con traffico di mangimi, paglia e necessità di accurate pulizie. Gli artiglieri, che sovente allestivano un campo estivo in Carnia, in un' area idonea nei pressi di Povolaro, frazione del comune di Comeglians, il mio paese, intonavano in marcia una loro canzone di cui rammento il ritornello : "".....ee come noi altri no ghe n'è altri, non ghe n' è altri. Ee se ghe 'è ancora che i vegna fora che i vegna fora !!!""
Da sposato, nel primo dopo seconda guerra, con mia moglie Wanda, con la mia mercedes bianca 240, andavo spesso a Conegliano dove avevo degli amici. Ci sedevamo puntualmente, come prima tappa se bel tempo, all'esterno di un noto bar gelateria nella piazza centrale di fronte alla stazione ferroviaria. Vi facevano un gelato e dei dolci che erano una meraviglia. Rammento che, a raccogliere le ordinazioni, si presentava un cameriere non alto, dal perfetto camice bianco che faceva un grande ossequio. Da seduti si sentivano fischi dei treni in arrivo e partenza. Mia moglie girava poi per i negozi ed ovviamente io l'accompagnavo lungo il corso centrale della cittadina, che stava lì a due passi. I gestori e i dipendenti dei vari negozi , donne in prevalenza, erano estremamente affabili con delle trovate scherzose piacevoli. In un negozio di tessuti la proprietaria gestrice, donna veramente attraente e bastava guardarla nel suo gongolarsi dietro il banco, dopo avermi squadrato con un' occhiata da capo a fondo, volgendosi a mia moglie disse : "" ..signora, me lo presta per una settimana...!?"". Naturalmente la buttammo in ridere. Dopo di che, saliti in macchina e raggiunta Susegana qualche chilometro più a sud, iniziavamo verso nord il viaggio sulle colline dagli splendidi vigneti. Rammento che a Susegana, almeno qualche volta, sentivo il dovere di fare una sosta per rendere ossequio in un cimitero alle decine e decine di vittime della Scuola allievi ufficiali della Repubblica sociale italiana di Oderzo che, arresisi a fine seconda guerra ai partigiani comandati da Bianco, che personalmente conobbi, vennero barbaramente uccisi. Rammento che, quando entravo nel silenzio del cimitero. l'ombra di tale crimine dei partigiani, mi turbava e mi pareva di avvertire un odore di morte !! Dovevo poi fare uno sforzo per raggiungere la dovuta serenità. Quindi si proseguiva sulle colline.
Nuova tappa piacevole dal sapore contadino era, ma non sempre, una sosta presso un vecchio caseggiato , adattato alla funzione di tappa di ristoro per turisti , dove si faceva uno spuntino con del salame di produzione artigianale veramente squisito, vino bianco dei colli e pane scuro di segala. Rammento che molto mi piaceva sbocconcellare quel pane scuro dal sapore sano. Gestiva quel punto di ristoro una donna dei luoghi, molto scrupolosa nel servire e con cui si conversava. Rammento che, poco distante, avendo costituito quei luoghi , nella prima guerra mondiale, retrovia del fronte austroungarico della prima linea del Piave, esisteva su un tratto di roccia una lapide in bronzo a memoria della fucilazione, da parte austroungarica, di diversi soldati cecoslovacchi colpevoli di diserzione. Il viaggio poi proseguiva, sempre su territorio di vigneti del famoso vino bianco "Prosecco" che, note aziende vinicole hanno reso famoso non solo in Italia ma nel mondo.
Al termine delle colline si finiva di fronte alle montagne, a Vittorio Veneto.
Ho lasciato per ultimo un argomento direi rilevante. In uno stabile sulle colline coneglianesi, nella parte sud a cui si sale da Susegana, ristrutturato alla meglio con funzioni di trattoria con camere per eventuali soggiorni, prese sede, come base di riunioni, un Club di intellettuali battezzato "Verdurin", formato da letterati di fama nazionale, fra i quali lo scrittore Alberto Moravia ed altri nomi rilevanti. Gli stessi, provenienti da tutt' Italia, presero a riunirsi con una certa frequenza con soggiorni, pranzi e cene, onde trattare temi culturali in quel luogo riposante, gradito per la semplicità contadina veneta. La notizia ovviamente dilago' ed ach'io, di passaggio, mi presentai a dare un' occhiata. La gestione era familiare diretta da due coniugi di quei paesi collinari. Seppi che, l' ingresso nel Club come socio, era subordinato alla valutazione da parte di una giuria. Il "Verdurin" andò avanti negli anni quale organismo prestigioso, simbolo di cultura in quel luogo dai favolosi vigneti, inframmezzati da brevi boschi di robinie ed altra specie che, in primavera, con le loro chiome di fiori emanavano un soave profumo.
Al dilà di tutto questo trafficai molto nei dintorni di Conegliano nei molteplici villaggi ad ovest verso Valdobbiadene dove si alzano i monti della destra pedemontana, con casolari sparsi e malghe dai pascoli però diversi da quelli della Carnia, in quanto ripidi e dal fondo calcareo arido. Ricordo che parlai con un certo Brunoro che gestiva una malga con consistente mandria che mi spiegò il sistema di monticazione di quella zona.
Per finire non posso dimenticare di dire che, per le mie indagini sulla resistenza partigiana 1944-1945, dedicai degli anni al menzionato territorio veneto, parlai con un' infinità di testimonianze. In quei luoghi le vicende partigiane furono un vero groviglio di intrighi, il che stava nella natura dell' insurrezione gonfiata a fine guerra anche da favole. Svolsi un lavoro davvero massiccio e spesso mi chiedo se ero io ad averlo fatto. Ho al riguardo dei risultati fermi ancora da pubblicare. Elemento rilevante fu l' argomento di un ritenuto figlio naturale di Stalin, il dittatore scovietico. Quale militante fra i collaborazionisti turchestani il medesimo scappò dal Convalescenziario di Villa Gera, a Conegliano, e si buttò coi partigiani della brigata Piave assumendo il nome di capitano Monti. Una storia altamente interessante per la cui stesura ebbi importanti notizie da testimoni tedeschi e presi pure contatti con Svetlana Allelueva Stalina figlia di Stalin, che trovai donna dalle qualità straordinarie. Come già scrissi da qualche parte il capitano Monti cadde sulle colline di Conegliano colpito a morte da militi della Xa MAS. Fu sepolto a Tovena nel Trevigiano. Conservo la foto del suo funerale: tempi neri di miserie, incertezza e fame. Nella convinzione che era figlio di Stalin, decorso un certo tempo le sue spoglie furono dissotterrate di notte nel cimitero di Tovena e fatte sparire (reato di sottrazione di cadavere) col progetto di farne una speculazione e trarre profitto...ed io ne conosco la verità per ora top-segret... Spesso. ricordando quegli anni di ricerca, vera ricerca, sento un brivido e provo nostalgia congiunta a tristezza perchè, credetemi, anche soffersi.
13 giugno 2021
CARNIER PIER ARRIGO

   

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