sabato 28 novembre 2015

28 NOVEMBRE 1945. CADE OGGI, 28 NOVEMBRE, L'INGIUSTA ESECUZIONE DEL CAPO PARTIGIANO OLMO (CASALI ENORE)

COMUNICATO

28 novembre 1944. CADE OGGI, 28 NOVEMBRE, L’ANNIVERSARIO DELL’INGIUSTA ESECUZIONE DEL CAPO PARTIGIANO OLMO (CASALI ENORE)

Messaggi recenti  hanno sollevato attenzione sul  mio scritto diffuso, sia su  Facebook che su Blogger, in data 18 luglio 2015 sotto il titolo ““Riacceso forte interesse su taluni argomenti resistenziali della Carnia 1944-1945”  in cui richiamo i casi Magrini, Olmo, Mirko e Katia. Ricorrendo oggi l’anniversario dell’ingiusta esecuzione di Olmo (Casali Enore), capo partigiano della Garibaldi, trovo motivo di parlarne. Nell’ottobre 2014, allorchè entrai  in possesso del dispositivo che riabilitò a pieno titolo Casali Enore, informai subito Isa la figlia, emigrata fin dal primo dopoguerra, con la madre e due fratelli, oltre oceano. Detti poi notizia sulla stampa con un’ampia lettera pubblicata in data 10 novembre 2014 su  “La Voce di Mantova”, cui fece seguito un  mio articolo sul quotidiano on line “Trentino Libero” il 12 gennaio 2015 ed infine  una mia lettera uscì su “Il Gazzettino”, edizioni di Udine e Pordenone,  il 27.01.2015. Silenzio di tomba, naturalmente, a fronte di una tale notizia che seppellisce calunnie trascinatesi per decenni ad offuscare la storia partigiana in Carnia. Con la vedova Ines Maria Rupil, venuta a mancare nel 2006, ero in contatto da tempo. Eravamo entrambi convinti dell’infondatezza dell’imputazione ufficiosamente fatta circolare sulla quale Olmo era stato condannato e giustiziato, dubbio che io conservavo da decenni, espresso a pagina n .67 del mio libro “ L’Armata Cosacca in Italia 1944-1945”-Mursia,Milano 1990  di cui riporto il testo : “ Un ulteriore fatto emerge dalle vicende del regolamento interno della “Garibaldi”: Nel tardo autunno, infatti, fu giustiziato nell’alta val Pesarina uno dei primi aderenti al movimento, noto per la parte attiva e rischiosa avuta nelle varie azioni iniziali. Si trattava di “Olmo” che venne processato e quindi giustiziato. Ma le motivazioni rese note, a mezzo manifesti affissi nel villaggio di Pesariis, rivelarono motivi futili e quindi non convincenti, per cui la sua eliminazione lascia una zona d’ombra”. Sui manifesti si imputavano ad Olmo comportamenti che avevano violato la disciplina partigiana, ma  questa era una versione di copertura. Quale era allora, è giusto che il lettore si chieda, l’autentica vera ragione della sua eliminazione? Della stessa, io resto forse l’ultimo custode. Olmo sapeva di vicende compromettenti a carico di altri dai quali, per tale motivo, era temuto e sarebbero stati questi  a costruire delle “ False accuse” con “Falsi verbali” a suo carico per la sua  eliminazione ed a provocare un processo poi dichiarato falso, come risulta dal dispositivo del processo di rettifica tenuto  tre giorni dopo l’esecuzione, il  2 dicembre 1944, dal comando della Divisione Garibaldi-Osoppo-Friuli”. E’ ovvio che conosco le vicende compromettenti  di cui Olmo era informato in quanto avevo avuto confidenze e velate conferme da ex partigiani della Garibaldi, in parte boscaioli  che lavoravano nell’azienda dove io mi trovavo e dove, a fine guerra, gli stessi avevano ripreso tale loro attività, ma  ormai da tempo sono passati a miglior vita. Il segreto che custodisci su qualcosa, di cui altri sono responsabili, è come una pietra preziosa che  senti  esiste dentro di te. Olmo, come precisato, venne ucciso il 28 novembre 1944 nel cosiddetto “ Fornát ”, a località Jalna ed in val Pesarina circolò la voce diffusa da chi sapeva che, prima dell’esecuzione, egli chiese di fumare una sigaretta. Era una giornata, secondo testimonianze da me ascoltate, fredda e sciroccosa con nevischio (”a faluschiava”, si diceva nell’idioma carnico), e nei boschi di Jalna e dei dintorni, stante l'atmosfera di quel giorno scuri come  penne di corvo ed a me  familiari,  rintronarono nel silenzio i colpi d’arma dell’esecuzione che furono sentiti da gente che abitava in alcuni casolari.
Con l’occasione non posso evitare di dire che, dal mio punto di vista, la vera storia delle vicende partigiane della  Carnia è tutta  da scrivere. ( Nota ).
28 novembre 2015

PIER ARRIGO CARNIER



Nota

A tal riguardo ritengo di aggiungere alcune considerazioni. Mi è capitato, anni addietro di porre, su per la Carnia, qualche domanda sull’ argomento a gente dei luoghi per sentirmi dare, con parsimonia  di parole, delle risposte piuttosto deludenti riguardo la conoscenza sia pure in generale dei fatti, ma per quanto riguarda la parlata dei carnici mi venne istintivamente in mente quanto scrisse Giovanni Comisso, brillante scrittore, e qui   riporto la frase tratta da un suo opuscolo che conservo, dal titolo “Carnia che lavora ” stampato negli anni cinquanta : “Ad alcuni uomini che stavano vicini intenti a costruire una slitta, chiesi informazioni sulla strada e in quale paese avrei trovato da mangiare, mi risposero brevi, quasi economizzando le parole e riprendendo subito il lavoro. Non erano neanche curiosi di me, non mi chiesero niente, donde venivo e che mestiere facevo.” Ebbi anche  l’impressione di una riluttanza ad esprimere liberamente le proprie opinioni  e in questo senso provai amarezza.




















Nessun commento:

Posta un commento