mercoledì 21 settembre 2016

ASSUNTO CONCLUSIVO SULL’ASSOLUTA DESTITUZIONE DA OGNI FONDAMENTO DELLO SLOGAN “CARNIA LIBERA O REPUBBLICA DELLA CARNIA”.



  
        
Prima di affrontare nuovi argomenti buona parte dei quali senz’ altro legati al mio nuovo libro, “COSACCHI CONTRO PARTIGIANI” diffuso in questi giorni su piano nazionale dall’ Editore MURSIA-Milano  che, superando ogni previsione, sta riscuotendo ampi consensi, ritorno ancora una volta sull’argo- mento di cui al titolo onde ricondurre i fatti, gravemente alterati nello scorrere del tempo da detestabili manipolazioni politiche, alla loro effettiva realtà.


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Alle puntualizzazioni da me esposte sull’ inesistente realtà dello slogan menzionato , credetemi, nessuno può rispondere perché nel 1944 la Carnia, nel senso letterale del significato libertà, non ebbe spazio  alcuno  e ritengo che l’argomento  non    pretenda altre precisazioni al di là di quelle esaurientemente da me  dichiarate e fondate su prove. Allorchè il 26 settembre fu dichiarata, in sordina, la nomina di una Giunta di Governo ad Ampezzo, di fatto risulta che non abbia avuto alcun riconoscimento dal Governo del Sud (Bonomi), e  tantomeno che avesse gli  strumenti  di  sostegno reale per parlare di libertà (sufficienti forze dotate di armi per l’ordine interno e la difesa dei confini, denaro, fonti alimentari) con la presenza minacciosa di tedeschi  sul territorio che esercitarono nel luglio una crudele rappresaglia nella zona malghe al confine orientale (47 morti civili innocenti) e con  migliaia di carnici  riversati a piedi, andata e ritorno attraverso il passo di monte Rest,  sulla pianura friulana e veneta alla ricerca di granaglie ed altre risorse alimentari per sopravvivere, mentre decine di  migliaia di cosacchi e caucasici, ammassati fin dall’ agosto su Osoppo e Stazione La Carnia, dall’ 8 ottobre avanzavano sotto guida tedesca in tutte le valli, per assumere veste di presidio permanente, ed occupavano il  14 ottobre Ampezzo,  abbandonata dai   membri della Giunta in fuga, rifugiatisi a Tramonti.  Questa la situazione di fatto di quella Carnia gravida di incubi.
Va infine osservato che  il  video “ Carnia libera. Un’estate di libertà” si fonda sulla notizia diffusa in sordina della deliberata Giunta di Governo, avvenuta all’ insaputa della stragrande maggioranza della popolazione il 26 settembre 1944 e quindi nell’ autunno, che inizia il 23 settembre, mentre quei taluni che progettarono e gestirono il filmato, scelsero la definizione “…….Un’estate di libertà”, ma l'estate era già passata ! Si evidenzia quindi, in maniera eclatante, la  stridente incongruenza di questo video, il che dà prova incontestabile di  radicale incompetenza o di evidente speciosità, e conferma che il video, suppongo purtroppo pagato con denaro pubblico, è assolutamente privo di ogni attendibilità storica.

21 settembre 2016

PIER ARRIGO CARNIER





COMMENTO.

Mi sono giunte diverse telefonate, in parte inattese dal Canal del Ferro, Val Canale (Chiusaforte), dall'alta Carnia e dalla val Meduna (Pedemontana) di piena approvazione riguardo le precisazioni critiche ineccepibili di questo mio post, con condanna di talune fonti da cui venne tratta ispirazione per realizzare il video " Carnia 1944. Un'estate di libertà", ignorando i veri principi della Resistenza ed alterando realtà fattuali per finalità di comodo sul terreno politico nel qual caso parrebbe si possa avvertire lesione di principi etici e morali perseguibile, come accennato in altra circostanza.

PIER ARRIGO CARNIER



Mi è gradito pubblicare, a conferma delle mie constatazioni su basi probatorie, la seguente affermazione di Gianni Oberto, cittadino carnico.


In riferimento alla nota "ASSUNTO CONCLUSIVO SULL’ L’ASSOLUTA DESTITUZIONE DA OGNI FONDAMENTO DELLO SLOGAN “CARNIA LIBERA O REPUBBLICA DELLA CARNIA”." di Pier Arrigo CarnierGianni Oberto, il 26 settembre 2016 alle ore 20,56, ha dichiarato: - Anche io mi associo, signor Carnier, a quello da lei esposto su quel tragico periodo in Carnia. Non si vuole ancora raccontare la "vera verità". Io posso dire che, da un paio di decenni, ho potuto raccogliere in decine e decine di registrazioni la voce di tanta gente della Carnia che racconta quella che era la vita in quel periodo con le angherie ed i soprusi subiti da quelli che si definivano "i liberatori". 
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 Non posso mancare di un pensiero di gratitudine per i lettori Emiliano Di Gion, Franco Prezza, Vincenzo Valentini, Giacomo Oberto, Marisa Turco, Luca Leita, che mi hanno espresso, tramite E. mail, il proprio assenso ai contenuti del mio post dal titolo…ASSOLUTA DESTITUZIONE DA OGNI FONDAMENTO DELLO SLOGAN“CARNIA LIBERA O REPUBBLICA DELLA CARNIA” diffuso in data di ieri, 11 novembre 2016, motivato dalla constatazione, provata dai grafici del miei siti Facebook e Blogger che, la condanna senza appello dello slogan “Carnia libera o Repubblica della Carnia”. sta dilagando. E’ tempo pertanto che, gli organi preposti al controllo della gestione del denaro pubblico, verifichino l’irrealtà storica di una “Carnia libera 1944”, nei cui riguardi esistono prove schiaccianti. Nessuno nega che nell’ animo degli aderenti all’ iniziativa partigiana vi fossero delle aspirazioni, in base ad accertamenti, “ di giustizia ed equità sociale”, ma il fatto “Carnia libera”, come si dice in termine giuridico, non sussiste. 

PIER  ARRIGO    CARNIER




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