venerdì 23 settembre 2016

I DOCUMENTI DELL’ATAMANO KRASSNOFF



COMUNICATO


Agli interessati alle vicende storiche dell’ Adriatisches Küstenland 1943-1945. Al museo-archivio di Mosca, RUSSY MOSKOVSKAJ Ob1–Poldolskij raion, al museo-archivio di Oremburg, capitale dell’oblast omonima. Alle associazioni cosacche delle comunità ZAPOROGHI (Zaporoz’e) del basso Dnieper, di  ROSTOV (Rostovna-Donu) e KRASNODAR  (Kuban), nonché alle associazioni delle comunità cosacche presenti in Germania, Francia, Serbia,  Slovacchia, Stati Uniti, Canada, ed a quelle caucasiche del Nord Caucaso e  Monaco di Baviera.

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E’ passato a salutarmi Piga Petrenko dott. Sergei, cosacco che si interessa della presenza di russi superstiti in Italia risalenti alle vicende della seconda guerra , soprattutto cosacchi ed eventuali frammentarie notizie connesse agli stessi che furono nel Friuli, Carnia ed altrove. Relazionandomi su questa sua ricognizione mi ha quindi accennato a taluni dialoghi emersi da testimonianze del tempo ormai certamente ridotte. Mi ha un po’sorpreso una notizia, raccolta su per la Carnia, che mi permetto di contestare in senso assoluto frutto delle solite chiacchiere di paese. Gli avrebbero detto, riguardo Piotr Krassnoff, l’atamano generale insediato a Villa di Verzegnis che,  essendo stato bruciato il Municipio di Verzegnis andarono  distrutti i documenti di Krassnoff.   Sulla presenza di Krassnoff  nell’albergo Savoia, ora Stella d’Oro ho scritto e pubblicato molto e, nel mio ultimo mio libro “ COSACCHI CONTRO PARTIGIANI”, diffuso proprio in questi giorni dal Gruppo Editoriale Mursia-Milano su piano nazionale, la figura dell’atamano generale esce delineata, su ineccepibile base documentale e testimoniale che incastra e annienta labili ingenue fantasie e, per quanto riguarda l’incendio del Municipio di Verzegnis assicuro che non ha proprio alcunchè da vedere con la documentazione di Krassnoff. Sulla  stessa, contenuta in casse, oltre ad alcune testimonianze,  mi informò dettagliatamente la  baronessa tedesca Irina von Schweder,  come riferito a pagine 158 e 159 del mio volume “L’Armata Cosacca in Italia 1944-1945”. Destituito dai poteri di comando dell’Armata, ma comunque presidente della “Hauptverwaltung  der Kosaken Heeres” Krassnoff col suo seguito lasciò la valle di Verzegnis, scortato da forze Waffen SS., nel pomeriggio del 1° maggio 1945. L’itinerario seguito è descritto nel citato mio volume ed in vari  miei articoli via via pubblicati sulla stampa nello scorrere del tempo. Krassnoff transitò per Ovaro nella notte tra il 2 e 3 maggio  mentre alcune case erano in fiamme, dopo la cessata battaglia provocata dal noto attacco partigiano attuato all’Osoppo su pressioni di alcuni notabili ambientali. Un ufficiale cosacco donna, mentre l’atamano era in sosta, si presentò al suo cospetto per  rendere onore alla sua figura morale, e scattando sull’attenti si dichiarò con la frase “ Kommandeur des  Kosaken Bataillon Nina Boiko”. Due furono  battaglioni femminili che transitarono in ritirata per Ovaro. Per farla breve i documenti dell’atamano giunsero a Lienz dov’egli, nei giorni burrascosi della ritirata,  fissò la sua nuova sede nella zona periferica sud, nella borgata di  Amlach. Quale fine fecero detti documenti dopo la forzata consegna degli ufficiali e dell’intera massa dei cosacchi ai sovietici ?? Si tratta senza dubbio di argomento di grande rilevanza  che mi vide molto impegnato, in anni lontani, con l’appoggio dell’ex Bürgermeister di regime di Lienz, E.W, su cui tralascio degli accenni in questa sede con riserva di una meritata pubblicazione in altro mio lavoro.
23 settembre 2016

PIER ARRIGO CARNIER


Atamano generale KRASSNOFF






        
       
                   Da sin. a destra : dott. Piga Petrenko Sergei, atamano 
cosacco, Carnier Pier Arrigo, atamano cosacco del Don. Giugno 2015.




      

              




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