mercoledì 20 settembre 2017

RAGOGNA, 15.09.17,TRIONFO DELLA VERITA’


                        
(Saranno inserite a breve delle immagini sulla presentazione del mio   volume COSACCHI CONTRO  PARTIGANI il  15 sett. a Ragogna )


Premetto che Ragogna, comune del Friuli occidentale,  è un punto importante per la ben nota costante rivivificazione storica degli eventi riguardanti le vicende della 1a Guerra mondiale e credo che, su piano nazionale, tenga in tal senso un primato.. L’Amministrazione del comune di Ragogna vanta  il merito , quale frutto di  un lungo appassionato lavoro di ricognizione e ricupero svolto nel tempo, di porre a disposizione attraverso il Museo della Grande Guerra posto in via Roma nr. 23, razionalmente organizzato, la collocazione catalogata di un’  eccezionale ampia entità di reperti, taluni eccezionali, a testimonianza di vicende innanzitutto del nostro esercito e, in ogni caso, dei contrapposti eserciti sul teatro di guerra. Già da lungo tempo,  con encomiabile  appassionato impegno, dedica la sua attività alla gestione dell’attività museale, attualmente informativa soprattutto stante la celebrazione ancora  in essere del centenario della Grande guerra, con realizzazione di sopralluoghi collettivi finalizzati alla conoscenza di punti e luoghi significativi delle linee del fronte di guerra nel territorio del Friuli ed oltre, il dottor Marco Pascoli fra l’altro assessore alla cultura, a cui va il mio plauso con sincera  autentica ammirazione.

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Dopo la presentazione introduttiva della mia persona ed una sintesi della mia attività culturale storiografica da parte del citato  dott. Pascoli, il medesimo mi ha quindi ceduto la parola per cui sono entrato nel merito del volume  “COSACCHI CONTRO PARTIGIANI – Friuli occidentale 1943/1945”. Trattasi di lavoro, inteso nella sua progettazione quale integrazione e collegamento col mio precedente volume “L’ ARMATA COSACCA IN ITALIA 1944-1945” edito nel 1965 con successive ristampe dal noto editore svizzero De Vecchi con sede a Milano, assunto successivamente, nel 1990, quale cessionario dal Gruppo editoriale Mursia-Milano con successive varie riedizioni aggiornate e ristampe. Scopo del libro COSACCHI CONTRO PARTIGIANI era  ed è un’ esposizione accurata di  fatti e vicende verificatesi, nel periodo 1943-1945, nel Friuli occidentale, concernenti l’insurrezione partigiana, l’inclemente  repressione tedesca con incendi, distruzione di villaggi, fucilazioni e deportazioni e dislocazione nell’ autunno 1944, di forze cosacco-caucasiche, già presenti nel territorio ribattezzato “Kossackja” costituito dal Friuli, Carnia e Goriziano. Il volume, in ogni caso, va oltre gli accadimenti verificatisi su tale territorio. L’argomento ha veramente acceso vivo inatteso interesse ed al riguardo mi sono state  poste  varie domande quali, ad esempio, se vero è che i cosacchi ebbero da Hitler la promessa che la Carnia veniva loro assegnata quale residenza stabile a compenso dell’eliminazione della resistenza partigiana. Spiegai, sulla base di concrete tangibili prove che, la venuta dei cosacco-caucasici fu semplicemente un’operazione militare senza secondi fini, motivata dalla necessità di evacuare, nell’estate 1944, il provvisorio loro ultimo  insediamento in Polonia, a Zdunska Vola, raggiunto dopo avere lasciato le regione cosacca ed attraversato in ritirata l’Ucraina e la Bielorussia, stante la poderosa avanzata sovietica, verificatasi dopo la sconfitta tedesca di Stalingrado ed assestatasi  alle porte di Varsavia. Da  un documento tedesco in mio possesso, citato nel libro a pag. 142, risulta che  il Supremo commissario dell’ Adriatisches Küstenland, dott. Friedrich Rainer, dichiarava ad autorità superiore che la presenza dei cosacco-caucasici sul territorio doveva considerarsi un accantonamento puramente provvisorio. La versione della promessa di Hitler, era pertanto  e tale rimane cioè null’ altro che un’ invenzione partorita dalla propaganda resistenziale intesa a rafforzare, sulla scia del falso, la tesi  dell’  insurrezione   partigiana.
Altra menzogna  diffusa da taluno, autentico “millantato credito” tipico reato italiano, secondo la quale  vi sarebbe stata l’ iniziativa da parte di agenti alleati accreditati presso le forze partigiane, di contattare il  comando cosacco o addirittura un sondaggio, da parte di quest’ ultimo  tramite interposti, circa l’opportunità dei cosacchi di passare da parte alleata, favola da me smentita a pag n.110 di “Cosacchi contro Partigiani”  sulla base a vari elementi e fondate affermazioni fornitemi  dall’agente britannico Patrick Martin Smith da me contattato  nel dopoguerra in Gran Bretagna, membro della missione speciale SOE, paracadutata nel Friuli nell’estate 1944.  Conclusione : nessun contatto fu mai preso ed ebbe luogo in  tal senso.
Ho poi precisato, su base documentale e testimoniale, nel capitolo che si apre a pag.n.103, dedicato all’atamano generale Piotr Nikolaevic Krassnoff, che il medesimo dopo il suo arrivo a Gemona del Friuli, proveniente da Berlino nel febbraio 1945 e la sua destituzione dai poteri di comando dell’Armata assunti dal generale Domanow, avvenuta il giorno 14  ad Artegna, sulla base di ordine tedesco, si insediò a Villa di Verzegnis in Carnia dove  assunse un comportamento assolutamente riservato, rifiutando ogni e qualsiasi contatto con civili od altri al di fuori dei membri del suo entourage. Krassnoff  evitò quindi ogni rapporto coi  comandi di reggimento limitandosi  a quanto  descritto nel menzionato capitolo, in particolare a delle visite alle comunità di profughi cosacchi insediati ad Alesso e Cavazzo Carnico. Ogni altra versione sull’ immagine dell’atamano generale assume quindi veste avventurista imbastita per essere raccontata ad inesperti,  ma che si sfalda se analizzata, assolutamente non veritiera.
Molto interesse ha suscitato l’esposizione sulla ritirata delle forze cosacche con seguito dei profughi, valutata, su ponderate verifiche, in centomila unità, transitata quasi totalmente in circostanze avverse del tempo, con pioggia, neve e tormenta, attraverso il Ploeckenpass che immette nell’Austria. Vivo interesse, inoltre, sulle  modalità della resa ai britannici nell’Östtirol sulla Drava, per la quale i vincitori non stesero alcun atto, onde abilmente e fraudolentemente evitare di lasciare prova scritta secondo la quale, la massa delle forze militari stante le norme internazionali della convenzione dell’Aia, trattandosi di prigionieri, andava protetta per cui la decisione della consegna si rese agevolmente possibile ed i prigionieri (militari) passarono assieme ai profughi al seguito per “civili” e la consegna ebbe barbaramente esecuzione…
Molto altro è stato detto, in risposta a domande, con particolare attenzione alle vicende del villaggio di Avasinis, dove i tedeschi, in seguito ad un attacco partigiano sulle forze in ritirata, attuarono  una dura rappresaglia che, per taluni aspetti, sconfinò  nel crimine, e dette luogo a  51 vittime civili. Argomento contrapposto,  pure trattato, quello della resa ai partigiani di  un  centinaio di cosacchi  ad Avasinis, il 25 aprile 1945,  sulla base dell’intesa assunta alla presenza del parroco don Francesco Zossi, di avere salva la vita con la consegna agli americani e non ai sovietici. Il patto, come afferma don Zossi nel suo diario, fu invece violato e gran parte dei  cosacchi venne uccisa. In realtà i cosacchi, fra cui molte le donne e bambini di cui alcuni in fasce, furono tutti massacrati sulle montagne sovrastanti il villaggio, non affatto per vendetta quale ritorsione per la rappresaglia tedesca di Avasinis, come si tentò e si tenta di far credere con  versione di comodo nell’ambiente filopartigiano, complici nei loro fatui discorsi i preposti alle rituali  ricorrenze celebrative onde ammorbidire il grave crimine del massacro rimasto impunito. Va poi rilevato, quale autentica vergogna e prova di inqualificabile indifferenza  civile che,dopo un fallito tentativo di bruciare quei cadaveri  con insufficiente carburante, questi  furono abbandonati sul posto  e lasciati in tale situazione  per ben quattro anni,  con inspiegabile indifferenza delle autorità del tempo preposte ad intervenire con i provvedimenti del caso. Infatti solamente in data 15 ottobre 1949, in base a documento in mio possesso, la Pretura di Gemona del  Friuli impartiva disposizioni al Comando Carabinieri di Osoppo e per conoscenza al comune di Trasaghis, di provvedere alla ricognizione ed identificazione  delle salme e quant’ altro, ma naturalmente dopo quattro anni  le salme si erano ridotte in pietosi resti….


 20 settembre 2017                             CARNIER PIER ARRIGO




Grafico dei Paesi con il maggior numero di persone che visualizzano i blog

Ecco la segnaletica grafica di Internet-Blogger che indica l'area degli Stati Uniti e dell'Alaska con un verde intensissimo, indicativo di un  vasto interesse di lettori ai miei  post in particolare a quello sulla conferenza di Ragogna.

POST SCRIPTUM


Grazie Dino Temil, Alessandro Carnier, Lucia Sbico Var Bicco, Mina De Rosa, Laura Zanardo, Andrea Di Natale, Valeria Romanin, Roberto Randò, Giacomo Oberto, Luca Leita, Fabio Galimberti, Sergione Destrone per il loro cortese dichiarato assenso e grazie ai molti altri lettori, ai moltissimi degli Stati Uniti riguardo i quali, a comprova del vasto incredibile interesse che mi ha lasciato di stucco, l’ area geografica USA dal giorno 16 settembre e ancor ogg, nel mio sito satistiche-Blogger, è interamente colorata di un verde intensissimo. Grazie all’informazione diffusa da IL GAZZETTINO sulle testate di Udine e Pordenone alla presentazione di COSACCHI CONTRO PARTIGIANI a Ragogna, la sala del Museo della Grande Guerra era stracolma di convenuti, taluni scesi anche dalla Carnia, alcuni da Verzegnis. Le verità da me proclamate nella lunga presentazione del 15 settembre, col seguito di domande e risposte a chiarimento di vicende della lotta partigiana taciute per decenni col favore di Enti responsabili e Sezione di cultura statale universitaria compresa…, sono state accolte con collettivo visibile stupendo sollievo come una liberazione. Rispondendo a domanda ho fatto chiarezza anche su un’ultima favola, diffusa di recente con cui si tenta di far credere agli ignari che l’Osoppo partigiana avrebbe intavolato trattative, seppure senza risultato, per un passaggio dei Cosacchi con gli alleati etc. Tutte falsità, comprese altre dal sapore di racconto fiabesco sull’atamano Krassnoff, che si sfaldano sotto la morsa di analisi probatorie già da me pubblicate e di recente ribadite in COSACCHI CONTRO PARTIGIANI (leggete le parti con inizi a pagg. 103 e 110). Cari signori il fronte delle menzogne sta spaccandosi e sento che la verità si fa strada. 21 settembre 2017.





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