martedì 17 ottobre 2017

STUPORE E VIBRANTE INTERESSE NELL’ASCOLTO, SABATO 14 OTTOBRE AD OSOPPO, ALLA PRESENTAZIONE DI “COSACCHI CONTRO PARTIGIANI”.



Visibile, direi tattile il senso di attesa positiva dei convenuti nella sala municipale di Osoppo per la presentazione del mio ultimo recente libro COSACCHI CONTO PARTIGIANI diffuso dalla Mursia nella collana storica sabato sera, 14 ottobre 2017. Varie ormai le presentazioni effettuate nell’arco regionale, senza alcuna opposizione seppure siano state dette cose gravi e laceranti, finalizzate a rimuovere la barriera di regnante falsità storiografica da circa cinquant’anni, fenomeno italiano ed anche francese, nell’effondere attribuzioni storiche non pertinenti, qualificando indebitamente sorgente di rinascita sul nazifascismo l’attività resistenziale nel periodo finale di guerra 1944-1945 e tacendo lati oscuri sepolti nel silenzio, mentre obbiettivo essenziale era uno stato di potere progressista. Si impone quindi l’assoluta necessità di una profonda irrinunciabile chiarezza onde riprendere la strada dell’oggettività storica intesa quale elemento essenziale di civiltà, riportando gli eventi ed i fatti alla loro reale dimensione nel rigoroso rispetto del principio storico “ causali ed effetti”.
Data la presenza dell’assessore alla cultura dell’amministrazione comunale, Marì Di Gianantonio, la stessa ha aperto il dialogo col pubblico annunciando il tema e presentando lo scrivente autore  e il relatore. Ha quindi preso la parola il relatore, professor Gilberto Ganzer, già direttore del civico museo di Pordenone. Dotato di alta professionalità nel campo dell’arte, con appropriato uso linguistico il professor Ganzer ha introdotto l’argomento con sapiente gradualità espositiva tale da offrire fluidità e chiara percezione dei fatti e dei significati, oltre a far comprendere le ragioni di potere che hanno legittimato lo status di certi sovvertimenti storici.
E’ toccato quindi al sottoscritto, quale autore, il compito di illustrare i contenuti ed i fini del libro che, dopo la parte introduttiva concernente gli accadimenti verificatisi nel Friuli occidentale e l’ insediamento in detta zona di forze collaborazioniste cosacco-caucasiche già esistenti a scopo di presidio in Carnia, nel resto del Friuli e Goriziano, percorre il profilo di fatti rilevanti verificatisi nel territorio dell’Adriatisches Küstenland e, in senso più esteso, nel panorama generale della guerra affinché , il lettore, abbia un assunto della reale situazione storica.
Il volume contiene la smentita, sulla base di prove, di alcune falsità propagate da tempo da fonte partigiana o filopartigiana col fine di rafforzare la convinzione della necessità dell’insurrezione resistenziale, quale ad esempio la storiella che Hitler aveva promesso ai cosacchi stabile dimora in Carnia in contropartita all’ eliminazione delle forze partigiane laddove, invece, il trasferimento dei cosacchi col seguito di profughi dal loro ultimo insediamento in Polonia, a Zdunska Vola, all’ Italia, quali forze di presidio contro l’insurrezione partigiana antitedesca, fu motivato dall’avanzata sovietica. E’ stata inoltre affrontata, fra l’altro, la ridicola invenzione di “Carnia 1944.Un’estate di libertà”, video pagato con denaro pubblico, realizzato in coincidenza a unan vivita nel Friuli del presidente Napolitano, o con altra definizione "Repubblica della Carnia" !!  La Carnia, dove io sono nato ed ho vissuto quale diciannovenne il periodo resistenziale, non ha mai avuto un minuto di libertà stante la presenza, soprattutto, dei tedeschi (non tanto dei fascisti repubblicani) con presidi stabili a Tolmezzo, Sauris e Val d’Aupa. Proprio in piena estate 1944, dal 16 al 22 luglio, forze speciali tedesche di cui conosco tutti i dettagli, per motivi comunque dovuti a causa partigiana, attuarono una dura crudele rappresaglie nella zona est delle malghe Lanza, Cordin, Promosio, di confine con l’Austria (allora III° Reich), provocando 48 vittime civili determinando un clima di tensioni e paura fatto passare per “Un’estate di libertà”…!!!
Il dialogo col pubblico, sulla base di domande, si è protratto a lungo su fatti e vicende inerenti all’ insediamento, ad Osoppo e dintorni ( località Rivellino ed altre) di migliaia di cosacchi in prevalenza del Kuban, Orenburg ed Astrakan. Su tale accentramento, su specifica richiesta delle missioni alleate paracadutate in appoggio ai partigiani, imperversarono i bombardamenti e mitragliamenti alleati a bassa quota. Il 22 novembre 1944 un’ azione aerea americana di bombardamento a più ondate, causò la morte di cinquanta civili, duecento cosacchi e centinaia di cavalli. Ancora negli anni 90 e nel 2000, a tal riguardo, pubblicai sulla stampa vasti articoli documentati rievocando le penose vicende dei cosacchi impediti dopo il devastante bombardamento, nell’ intento di seppellire i loro morti nel cimiero civile. Volli anche ricordare la cara immagine della cosacca Vera Isaakovna Diura con la quale, nel corso degli anni novanta, entrai in un lungo rapporto epistolare. La stessa all’età di cinque anni era giunta ad Osoppo, assieme ai genitori e dei profughi civili, al seguito delle forze militari cosacche per poi, a fine guerra, seguire la ritirata nell’Austria e subire la deportazione in Siberia.Fu la Diura a contattarmi e non serve che io spieghi le circostanze, dopo il rilascio dalla detenzione in Siberia con l’ amnistia di Krusciow ed il suo ritorno alla vita quale libera cittadina. Nelle sue lettere mi descrisse come, assieme a cosacchi, lei viveva ad Osoppo dove, il 9 novembre 1944, la propria madre dette alla luce il fratello Vovka che fu battezzato nella chiesa del capoluogo..
La Diura mi pregò di fare da tramite, con l’ autorità comunale, per realizzare un suo ardente desiderio, quello precisamente di tornare ad Osoppo a rivedere i luoghi vissuti da bambina. In tal senso mi detti infatti da fare, ma incontrai spiacevolmente deludenti incertezze nonostante si trattasse di una delicata umana richiesta che andava accolta.
Con sue lettere la Diura, in base ai suoi ricordi. mi relazionò poi su particolari della tragica consegna dei cosacchi ai sovietici decisa, per quanto concerne l'operazione della Drava ed altre,  dai britannici, ma esecutivamente affidata a forze della Jewis Brigade (Brigata Ebraica facente parte dell’8° Armata britannica, che si era insediata a fine guerra, con l’occupazione del nord Italia, a Tarvisio. Nell’azione di consegna, stante la situazione di panico venuta a svilupparsi, dette forze della Jewis Brigade usarono violenza e fecero uso delle armi provocando centinaia di morti. La consegna fu quindi brutalmente eseguita. Testimonianze da me raccolte riferiscono che, dai vagoni merci piombati delle tradotte dove stavano ammassati i cosacchi con destinazione Siberia, mentre transitavano alla stazione di Oberdrauburg a sud di Lienz, cittadini austriaci sentirono piangere e levarsi grida disperate.
Nel dibattito non potei tralasciare qualche accenno a Fred Zinnemann, noto regista internazionale che, a metà degli anni settanta, avendo letto il mio libro “L’ Armata Cosacca …” volle conoscermi e quindi incontrarmi. Venne infatti a Porcia e mi propose l’idea di collaborare insieme per realizzare, sulla base dei contenuti del mio volume. la trama di un film sulla vicenda cosacca. Ovviamente accettai la proposta che mi riempì di entusiasmo e, sedutastante , Zinnemann mi nominò suo consulente primario. Come già dissi in occasione alla presentazione del libro all’ auditorium Aldo Moro di Cordenons il 28 settembre u.s., quando ormai avevamo raggiunto la conclusione della trama, la FOX francese, che avrebbe prodotto il film, ricevette pressioni negative da posizioni politiche britanniche, stante l’evidenza che, i contenuti della trama, costituivano, per gli alleati vincitori, grave e disonorevole prova dell’ illegale, brutale e sciagurata consegna dei cosacchi ai sovietici. Con amarezza Zinneman mi dichiarò che il lavoro veniva sospeso ed io ne fui addolorato e porto ancora nell’ animo, come già scrissi in altre circostanze, l’incancellabile ricordo di quell’ impegno ricco di emozioni, talune commoventi.
Chiudo qui questa relazione sebbene altro vi sarebbe da aggiungere.
17 ottobre 2017

CARNIER PIER ARRIGO

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