mercoledì 8 aprile 2020



Pier Arrigo Carnier
6 aprile alle ore 18:21 ·

KUBAN KOSAKEN


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Pier Arrigo Carnier Trattasi di cosacco del Kuban del periodo prima guerra mondiale. Nel 1944-1945 la parte i cosacchi del Kuban inquadrati nell' Armata giunta in Italia, in subordine ai tedeschi, aveva la sede di comando a Cavazzo Carnico agli ordini  dell' atamano generale Wiaceslaw Naumenko il quale, per una serie di ragioni, pur mantenendo potere sui cosacchi del Kuban, passò a fianco del famoso generale Wlassow in Germania, comandante la Russkaja Osvobodjetelnaja Armia. Arresosi a fine guerra agli americani in Baviera Naumenko eccezionalmente non venne consegnato ai sovietici ma fu portato in America dove si stabilì dopo aver reso una una lunga deposizione al Senato americano. Informato sui miei interessi, in parte già pubblicati, alla vicenda cosacca, Naumenko, giunse nel dopoguerra in Austria a visitare i luoghi della famigerata consegna dei cosacchi, da parte britannica, ai sovietici a Judenburg nella Stiria, mi volle al suo fianco per ascoltare i miei riferimenti, quale testimone attendibile sui fatti della consegna, eseguita dalla Jewis Brigade (Brigata Ebraica), essendo io giunto su quei luoghi dopo la consegna dove, con l' appoggio del Burgermeister (Sindaco) di Lienz, raccolsi preziose testimonianze dai circa 350 superstiti cosacchi, alloggiati nelle baracche ex Wehrmacht di Peggetz alla periferia sud di Lienz: I cosacchi delle comunità esiliate sparse nel mondo, tutti, sanno che io sono il testimone di certe brutalità dei vincitori. Io a fronte alta ho voluto sentire e raccogliere queste prove, di grande valore umano e storico. Io conosco veramente la grande epopea cosacca, il significato del loro appoggio alla Germania nell' interesse della Russia non per svendere la Russia. Si, io le conosco e non sono le scemenze diffuse da pennaioli da tavolino, pronti a degradare la verità come quella donnetta che predica nel deserto su per la Carnia, la quale andava dicendo che Hitler aveva promesso la Carnia in dono ai Cosacchi quale futura patria, se avessero liquidato la resistenza partigiana. Balle di paese, le solite balle all' italiana come quella della Repubblica libera della Carnia 1944, mai esistita ed io, e non solo io, ne sono testimone. I cosacchi giunsero in Italia cioè nell' Adriatisches Kustenland, spostati da Zdunska Wola (Polonia) dove si trovavano accampati, in seguito alla poderosa avanzata verso occidente dell' Armata Rossa sovietica dalla sponda sinistra della Vistola, a breve distanza di Varsavia. Il travolgimento della resistenza carnica fu dovuto ai grandi rastrellamenti tedeschi di fine estate-autunno 1944, mentre cosacchi e caucasici, giunti al seguito, esercitarono in pratica attività di presidio ovviamente mettendo in atto anche alcune azioni antipartigiane. Perchè non la finiamo di raccontare menzogne alle nuove generazioni. Perchè ad Avasinis , tradizionalmente il 2 maggio di ogni anno, si celebra e ciò giustamente il ricordo delle 51 vittime civili dovute alla rappresaglia tedesca motivata da provocazione partigiana, da un contingente delle Waffen SS. Gebirgs Karstjager Brigade col supporto dell' Einheit ex Blaue division spagnola e un contingente della Waffen SS. Gebirgs division Prinz Eugen, ma non si dice una sola parola sul centinaio di cosacchi (militari, molte donne e bambini) arresisi ad Avasinis il 25 aprile, a partigiani dell' Osoppo e Garibaldi, con la promessa di avere salva la vita, testimone il parroco don Francesco Zossi e l' interprete Augusta Venturini Kozlova e, invece, brutalmente massacrati prima del 2 maggio sulle montagne sovrastanti e loro corpi abbandonati senza sepoltura in pasto ai corvi e alle volpi. I poveri resti, in base a documenti incontrovertibili in mio possesso, furono ricuperati solo nel 1949 dopo quattro anni. Non solo non si dice una sola parola, ma addirittura certe facce di bronzo, collegate a certa fonte universitaria, naturalmente di parte, con degli scritti paesani giunsero a capovolgere la realtà dei fatti asserendo che, la rappresaglia tedesca, in ordine di tempo era avvenuta prima ed il massacro dei cosacchi dopo, ovviamente per creare un' attenuante facendo diventare il massacro un atto di reazione. Naturalmente l' opinione pubblica cioè le nuove generazioni, non conoscendo le verità stante il clima consolidato di indifferenza sociale, nemmeno intuiscono questa frivola farsa ed il perchè sta nel fatto che ormai mancano i valori morali. Al loro posto c'è il vuoto....Nel concludere non posso evitare il termine VERGOGNA !!!

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Pier Arrigo Carnier Ringrazio i cortesi lettori che hanno posto il loro nome e dimostrato interesse al mio scritto al quale, prendendo spunto dall' immagine KUBAN KOSAKEN, ho aggiunto miei ricordi sul mio rapporto con l' atamano generale del Kuban, WIACESLAW NAUMENKO , grande personalità cosacca, al cui fianco in anni lontani, ho percorso luoghi storicamente significativi lungo il fiume Drava, nell' Osttirol (Lienz) e Carinzia, dove i cosacchi in ritirata dall' Italia si erano accampati e da quei luoghi, con la resa ai britannici, furono forzatamente concentrati e consegnati a Judenburg, nella Stiria, alla Polizia sovietica e quindi deportati nei lager di morte siberiani. Circa trecento ufficiali cosacchi furono comunque subito fucilati, come ricordato nei miei scritti, in una zona mineraria della Stiria. Cittadini austriaci, ai tempi in cui feci le mie indagini, non volevano parlare di questa vicenda stante il fatto che in quegli anni del dopoguerra anche l' Austria subiva l' influenza del potere sovietico, ma mi riuscì di trovare testimonianze certe. Due testimoni cosacchi del Kuban (Kusmas kostromin e la moglie), fra i sopravissuti nelle baracche del lager Peggetz (ex Wehrmacht), scoppiarono a piangere di commozione mentre mi riferivano che, ad un "sergente della fanfara cosacca", un ebreo della Jewis Brigade, nel corso della forzata consegna, vibrò col calcio del fucile un colpo in testa che lo lasciò sanguinante per terra. Al dilà di questo mi fa piacere soprattutto che i lettori sappiano della falsità, pura invenzione, che Hitler avesse promesso la Carnia ai cosacchi se avessero eliminato la resistenza e dell' altra invenzione fatta circolare che esistette una Repubblica della Carnia 1944 (o Carnia libera 1944). Io ricordo perfettamente che, nel 1944, i tedeschi acquartierati numerosi a Tolmezzo avevano insediato un presidio di collaborazionisti Turchestani a Sauris, villaggio a nord ovest della  Carnia e, su precisa istanza di cittadini stanchi delle angherie partigiane, altro presidio era insediato in val d' Aupa, formato da un battaglione della Waffen SS. Gebirgs division Karstjaeger, poi riformata in Brigade, al comando del colonnello Josef Berschneider. Al dilà di questo rammento che, reparti o comunque forze tedesche, da Tolmezzo raggiungevano in marcia o su automezzi Sappada o percorrevano la val But e, superando il Ploeckenpass, raggiungevano l' Austria. La Carnia era quindi sotto controllo tedesco e nulla significa se, a nord-ovest, un' area comprensiva di alcuni comuni risultasse priva di presenze tedesche in quanto di nessun interesse ai fini occupazionali. I tedeschi laddove motivatamente occorreva erano pronti ad intervenire a scopo repressivo. Ne dà prova il fatto che, nel luglio 1944 ebbe luogo un noto rastrellamento tedesco nella zona malghe orientali della Carnia ( Ramaz, Lanza, Cordin, Pramosio) attuato in parte mediante Controbande ed esteso all' alta valle del But, argomento sul quale, al dilà di quanto già da me pubblicato nel volume Lo Sterminio Mancato e giornalisticamente, tengo ferma una preziosa accurata trattazione. L' operazione rastrellamento accennata non fu concertata dai tedeschi, secondo puerili chiacchiere di scritti locali della Carnia a punizione delle avventuristiche rapine partigiane della Garibaldi ed Osoppo di mandrie di bestiame bovino e di cavalli nelle malghe austriache dell' Obergail, ma solo in parte intesa in tal senso, mentre  scopo prevalente era di stroncare sospette e reali intese dei partigiani comunisti carnici con le formazioni partigiane slave di Josip Broz Tito ed a fine deterrente sulla popolazione carnica ritenuta, su falsi indizi, favorevole all' insurrezione partigiana .
Detto questo mi chiedo dove stava La Repubblica della Carnia 1944 o (Carnia libera 1944), favola  di cui s'è fatto sfoggio in riunioni e commemorazioni da celebranti con la diffusione di video e, addirittura, risulterebbe che, in sede politica del potere dominante, si incoraggino ancora  in tal senso, su base finanziaria di denaro pubblico, delle  ricerche....Avete capito bene !!?? Ringrazio quindi : Odette Della Martina, Elettra Paresi, Rita Adami, Kelen Fabro, Maria Jose Fernandez Vazquez (Spagna), Monica Di Vora, Eugenie Cihalovà ( Praga, notissima parlamentare europea ceca), Vadimia Revinia, Hans Hutmacher, Bruno De Anna, Elisabeta Maksimovica, Alida Petris, Miurin Francesca, Juana Ramona Cardozo (Argentina), Milan Kuizmanovic, Viktor Matveev, Luca Leita, Rodmena Homayouni, Laura Zanardo, Sergio Talantoff, Oleg Listov, Jovan Adamovic, Giorgio Miani, Turrini, Roberto Valentinuzzi, Manuel Luciano Santoro, Cosimo Vuerich, Manuel Luciano Santoro, Maurizio Simi..

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