venerdì 19 giugno 2020

CARNIER  PIER ARRIGO



MONTAGNE. MALGHE , RICORDI  - .FOTO SCATTATA DA KELEN FABBRO

La vasta   assidua   ricognizione,  che apprezzo molto, di Kelen Fabro nel  teatro di  montagne e malghe  della Carnia, delinea un lato della ragione di vita, un impegno dell' essere, che rimuove in me care , ardenti sensazioni degli  anni giovani. La complessità dei pascoli  con  malghe, voci di pastori, echi lontani, profumo di resina che l' aria trascina fuori di macchie di bosco,  ramaglie bruciate,  fumo di casera,  era un regno  in  cui ti sentivi staccato dal resto del mondo, respiravi  un' atmosfera di libertà sovrana.  Il nome di ogni malga aveva personalità, dettava autonomia e suscitava  sensazioni  . Nella diramazione dei sentieri e tratturi ( i viaz), nei campigli   sciupati,  a stagione inoltrata,  dal calpestio delle  bestie, nel  silenzio  stanco dei  pomeriggi settembrini  pre smonticazione,  c'era un linguaggio  indefinibile che ascoltavi. Nell' aria stagnava il   profumo  di maturità del pascolo  pervaso da chiazze d' erbe ingiallite  e sgretolato  dalle zampate delle vacche.  Avvertivi  il senso che la  stagione  era finita  per cui bisognava andare, chiudere le porte degli alloggiamenti, lasciare la malga e provavi  nostalgia. La sera, nella casera, bramavi sentire il  fuoco che ardeva  nella cavità del lastrico, ascoltare  crepitio di frasche che bruciavano,  metterti  accanto....

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