lunedì 6 febbraio 2017

L’ESECUZIONE DI PORZUS E IL CASO “OLMO” DUE BOMBE INESPLOSE DA PASSARE VICINO MA NON TOCCARE


  
COMUNICATO

Da qualche giorno, sulla stampa in genere, in particolare su quella regionale  stante che il 07 febbraio cade l’anniversario dell’ azione su PORZUS  che si concluse con l’ eliminazione di un gruppo di osovani sono usciti vari articoli rievocativi, a mio giudizio di comodo onde stare in linea con potere politico ancora in auge. La verità è che l’azione su PORZUS, condotta esecutivamente da Giacca (Toffanin Mario), fermo restando il rispetto per le vittime, ebbe una motivazione su cui sono documentato, per cui sotto il profilo storico "causale ed effetti" non fu un eccidio come si vorrebbe far credere,  ma si trattò di  un' esecuzione. A tal riguardo  ho pubblicato a suo tempo, su due diverse testate di quotidiani (L'Arena di Verona ed Il Gazzettino) consistenti articoli nei cui confronti nessuno aprì bocca tant'è che le redazioni rimasero  stupefatte per tale silenzio. 
Tralasciando il caso Porzus, poichè di recente sul mio sito Blogger in particolare si è riaccesa l’attenzione sul caso “OLMO”, lo ripropongo qui di seguito.


COMUNICATO AD AMICI, SIMPATIZZANTI  E A CHIUNQUE SI INTERESSI ALLE VICENDE PARTIGIANE DELLA CARNIA 1944-1945

E’ uscita oggi, 27 gennaio, sul Gazzettino edizione di Udine, a pagina XIX, un mia lettera  che affronta l’argomento del capo partigiano “OLMO” CASALI ENORE, giustiziato nel novembre 1944 a località Jalna della val Pesarina dagli stessi  partigiani e poi riabilitato mediante un contro processo tenuto in zona  operativa, il 2.12.1944, e dichiarato INNOCENTE..
Sui miei due siti di   Internet, Facebook e Blogger, l’argomento risulta  comunque da me trattato credo esaustivamente  ed al riguardo ho informato  la figlia del Casali, Isa, residente all’estero. La madre della stessa, vedova del Casali, Ines Maria Rupil,  che in realtà avevo conosciuto in anni lontani, è deceduta nel 2006 senza quindi  apprendere la recente menzionata notizia di riabilitazione del marito emersa dall’ombra dopo settantuno anni. Ines Maria Rupil era comunque  d’accordo con quanto io già sapevo dalla fine della guerra, per confidenze fattemi da partigiani ed altri indizi, che cioè l’ esecuzione di "OLMO" fu dovuta allo scopo di eliminare, nell’interesse di altri,  un testimone scomodo. Sull'argomento mi riservo di pubblicare sulla stampa  un circostanziato resoconto corredato da foto. 
27 gennaio 2015
PIER ARRIGO CARNIER



 Pier Arrigo Carnier Già nel mio scritto del 17 gennaio 2015 puntualizzavo, sotto il profilo storico, l'importanza del documento che dichiara false le accuse formulate contro il capo partigiano "OLMO", ingiustamente fucilato e poi riabilitato. Il fatto apre uno squarcio e crea una svolta nella storia partigiana della Carnia, evidenziando sprazzi di un buio retroscena.


 Pier Arrigo Carnier Vedo che il caso OLMO crea continuo interesse perchè travolge certe menzogne di taluni elementi, venuti al mondo nel dopo seconda guerra, ignari direi insipienti delle vicende, ma pronti a servire ciecamente la causa partigiana ...Di recente ho disseppellito anche il caso malga Rattendorf su cui ritornerò, frattanto il mio ultimo lavoro "COSACCHI CONTRO PARTIGIANI"- Mursia-Milano, presentato a Udine il 27 gennaio u.s nella nota lbreria Moderna sta raccogliendo consensi ovunque su piano nazionale, forti particolarmente nella Destra Tagliamento o Friuli orientale. Sono fiero di aver messo in luce la figura di IOLANDA CARDAZZO, distinta signora pordenonese meritevole in sede civile di un alto riconoscimento per l'aver sottratto alla deportazione nei lager di concentramento tedeschi 62 (sessantadue partigiani). Dimenticata dai pordenonesi, dalle pretese di taluna associazione culturale.  Letteralmente e vergognosamente dimenticata. 06 febbraio 2017

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