venerdì 10 marzo 2017

VIDEO DVD “COSACCHI” DIFFUSO DA TELEFRIULI IL 9.06.2009



COMUNICATO  AD AMICI, STUDENTI UNIVERSITARI INTERESSATI, ALLE VARIE ASSOCIAZIONI COSACCHE E CAUCASICHE RUSSE  ED A QUELLE DI GERMANIA, AUSTRIA, FRANCIA, ED EX IUGOSLAVIA. 

Ho riveduto casualmente  il video ( dvd ) risalente al 9 maggio 2009 sulla vicenda cosacca  trattata da  TELEFRIULI, organo di diffusione allora di proprietà del GAZZETTINO di Venezia. La trasmissione  fu curata e trasmessa in diretta dal responsabile della TV. Terasso,  abile conduttore nel gestire, curare e porre in risalto le particolarità più incisive, lavoro non facile e delicato,  trattandosi, nel caso specifico, di  dare rilievo al significato storico dell’evento libero da contaminazioni politiche.
Ero invitato alla trasmissione quale  diretto testimone del tempo, autore di talune pubblicazioni specifiche  in materia diffuse dalla Mursia-Milano ed altre,  nonché per il film girato sull’ argomento sul filone storico di un mio libro e su mie documentazioni dalla direzione RAI 2- Roma dal titolo “COSSACKJA” e  per la mia lunga trattazione storico pubblicistica, nell’ arco di decenni,  quale “giornalista di lungo corso”. Partecipavano alla seduta degli altri, due giovani laureati e quindi non testimoni  del tempo  venuti dopo i fatti, le cui tesi imperniate sull’ argomento dell’occupazione cosacca erano state poi pubblicate ed una terza persona anziana, forse più di me, pure autore di pubblicazione attinente al caso.
Rivedendo quella trasmissione a distanza di anni ho provato il senso quasi da non riconoscermi nelle sembianza fisica, allora con una barba folta quasi minacciosa  che porto ancora, ma in forma direi  mitigata, e in quell’ immagine mi sono visto duro e non disposto a tolleranze. Ero motivato da ricordi disgustanti  poiché su per la Carnia e nel Friuli  erano serpeggiate molte chiacchiere maleodoranti. propagate da galoppini, difformi dalla realtà  sulla vicenda storica dei cosacchi che presumevo sarebbero riemerse nel corso della trasmissione. Le solite sciocchezze ed invenzioni non facilmente estirpabili tra le quali "Carnia Libera e Repubblica della Carnia 1944" che tuttavia non riaffiorarono. Joseph Goebbels, ministro della propaganda nazionalsocialista,   uomo che, prescindendo dal giudizio storico sul suo operato era di raffinata intelligenza, amava ripetere che, una menzogna ripetuta un paio di volte, finisce per essere creduta.
Uno dei convenuti ritenne, in ogni caso dal suo punto di vista, di addurre e attribuire rilevanza  ad alcuni fatti verificatisi nel Friuli,  certamente spiacevoli  e dolorosi a carico dei cosacchi, comunque tipici  di un  esercito occupante, basti pensare a quello che fecero gli italiani, nel 1941-1942, affiancando i tedeschi nell’ occupazione della Iugoslavia,  arrivando persino a tagliare la testa a qualche prigioniero slavo. Rispondendo a domanda che il Terasso ritenne di pormi, quasi per superare un clima di adduzioni non incisive e quindi connettere con il filone storico essenziale, precisai  che, la ragione per  la quale i cosacchi accolsero  i tedeschi, durante l’occupazione della Russia fino al Caucaso, come liberatori formando poi delle unità armate collaborazioniste al loro fianco,  era motivata dal fatto  che Stalin , per creare l’uomo social-comunista, aveva annientato lo “Status” di fatto della grande tradizione cosacca, eliminando il concetto della proprietà, mandando a morte gli oppositori ed annullando, con decreto, il termine “Cosacco”.
Dopo la caduta della resistenza tedesca a Stalingrado e la forte retrocessione del fronte orientale , il trasferimento delle forze militari collaborazioniste cosacche e caucasiche  col seguito di migliaia di profughi dal loro ultimo  insediamento in Polonia  all’ Italia,  e  precisamente in Carnia, Friuli e Goriziano,  ebbe come causale il fatto che, nel menzionato territorio  era insorta  dell’attività partigiana  antitedesca .
Le forze collaborazioniste cosacco-caucasiche,  svolsero quindi  per 9 mesi ed 11 giorni attività di presidio.Vi furono inizialmente inevitabili fatti spiacevoli, quali prepotenze, furti e qualche violenza su donne. Va precisato che le popolazioni della Carnia, del Friuli e delle zone pedemontane  in particolare dovettero subire inevitabili sacrifici, nel concorrere con  risorse alimentari, ma soprattutto foraggiere al  mantenimento delle migliaia di cavalli dell’Armata e della massa di profughi civili al   seguito, oltre al  disagio, in certi casi, della coabitazione. Il  tutto, in ogni caso,  fu sopportato  dalle popolazioni con dignitosa consapevolezza in considerazione delle circostanze di guerra. Nel corso della seduta vi fu chi ritenne di evidenziare l’immagine in certo senso trasandata delle truppe in particolare della massa dei profughi civili, ma a stoccare tale rilievo,  sostenendo  le spiegazioni da me addotte,  giunse la telefonata di una donna ucraina presente  in Italia la quale, obbiettivamente. fece notare   che,  il trauma dei lunghi viaggi mediante  tradotte dalla Polonia all’ Italia attraverso l’Ungheria e L’Austria, sotto il costante pericolo di bombardamenti, le notti all’ addiaccio, le difficoltà e le carenze alimentari subite per l’impossibilità di un  servizio logistico efficiente, spesso inesistente, giustificavano gioco forza   certa   trasandatez- za. 
Tirando le somme del filmato molto mi ha confortato il fatto che  tutti gli interventi telefonici dall’ esterno  giunti durante la trasmissione, regolarmente registrati nel dvd, risultarono  a sostegno ed apprezzamento della mia linea di esposizione dei fatti e delle circostanze.
Non posso infine tralasciare di avere esposto  in tale seduta,  qual’era la posizione effettiva dell’atamano generale Piotr Nikolaevic Krassnoff autorità suprema dell’ Am- ministrazione centrale degli eserciti cosacchi (Hauptverwaltung der Kosaken Heeres) onde consegnare alla storia la sua immagine definita su base documentale e riconfer- mata nel mio ultimo recente libro diffuso dalla MURSIA-Milano,  dal titolo COSAC- CHI CONTRO PARTIGIANI, in riferimento al periodo trascorso  dal generale atama-no in Carnia dopo la sua esautorazione dal comando militare dell'Armata. 

11 marzo 2017

                                                    PIER  ARRIGO  CARNIER

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