martedì 18 settembre 2018

PRECISAZIONI A PROPOSITO DEL FILM "COSSACKJA" GIRATO A SUO TEMPO DALLA RAI-TV (RAI DUE) DIREZIONE DI ROMA SUL FILONE STORICO DEL MIO LIBRO L'ARMATA COSACCA IN ITALIA 1944-194

PRECISAZIONI A PROPOSITO DEL FILM "COSSACKJA" GIRATO A SUO TEMPO DALLA RAI-TV (RAI DUE) DIREZIONE DI ROMA  SUL FILONE STORICO DEL MIO LIBRO L'ARMATA COSACCA IN ITALIA 1944-1945, DELLA DURATA DI DUE ORE. IL FILMATO E' RIPRODOTTO  IN YOUTUBE E NELLA PAGINA DIARIO DEL MIO SITO FACEBOOK.

Vengo a precisare che, il filmato “COSSACKJA”, fu realizzato  nel 1990 dalla Direzione Televisione Italian(RAI DUE“)“ tramite un’ equipe diretta da SERGIO TAU, sul  filone storico del mio libro “L’ ARMATA COSACACCA IN ITALIA 1944-1945”, edito nel 1965 dal noto  editore svizzero DE VECCHI-Milano ed assunto poi  dalla cessionaria MURSIA-Milano, nel 1990,  altrettanto nota,..La realizzazione del film ebbe la costante  presenza testimoniale mia  e di mia moglie Wanda a fianco dell’equipe,  nei sopralluoghi interessati del Friuli, della Carnia e dell’ Austria, con messa a disposizione della mia preziosa documentazione storica d’archivio. Stante le mie diverse pubblicazioni di fondamento storico diffuse su piano nazionale e la mia parallela attività pubblicistica quale “Giornalista di lungo corso”. Si tratta di una lunga ed assidua  attività di informazione storico-culturale previa ricerca, affrontando  vicende delicate  e scottanti     deliberatemente ignorate da altri, quali l’ assassinio di  Mirko (Arko Mirko), comandante partigiano sloveno, di cui fui io ad informare le autorità slovene e la famiglia e non i partigiani e chi altro in dovere di farlo – l’eliminazione per mano partigiana di ufficiali alleati, crimine imprescrittibile per il quale venne da me, da Londra, e fu mio ospite, Richard Lamb, biografo di Churcill – il massacro di cento prigionieri cosacchi  sulle montagne di  Avasinis,fra i quali molte donne e bambini di cui uno, due in fasce, crimine orrendo,  i cui cadaveri furono abbandonati senza sepoltura sul luogo per quattro lunghi anni, prima che l’ autorità civile responsabile decidesse di dare  sepoltura ai resti  previa identificazione. Si tratta di  massacro partigiano commesso subito dopo la resa dei detti cosacchi verso fine aprile 1945, ottenuta con l'intervento del parroco don Zossi che garantiva  ai cosacchi salvezza con la consegna degli stessi agli alleati e non ai sovietici, impegno che non venne rispettato. Dopo tale massacro, il 2 maggio 1945, una formazione mista di tedeschi delle Waffen SS. Gebirgs Karstjaeger  Brigade integrata  da spagnoli della ex Blaue division e Waffen SS. Division Prinz Eugen, forze che si trovavano stazionate ad Ospedaletto,   in seguito a un attacco partigiano sulla nazionale Udine-Tarvisio, che provocò delle vittime, attuarono una dura rappresaglia sul villaggio di Avasinis ritenuto dimora dei partigiani responsabili dell’ attacco, rappresaglia  a cui  la falsa propaganda filo partigiana imputò alla rappresaglia tedesca la ragione vendicativa del massacro dei cosacchi  che, come già precisato, era  avvenuto prima, per cui nella logica dei fatti non  costituiva e non può costituire  motivo di ritorsione nel senso voluto da certi pennaioli  di paese  . Ho già diffuso qualche tempo sui miei siti Facebook e Blogger,  una  relazione di oltre trentamila battute con citazione di documenti probatori contro la falsa versione sopramenzionata.
Con un’ ampia recensione, pubblicata il 13.11.1990 dal quotidiano IL PICCOLO  di Trieste, del celebre scrittore CARLO SGORLON, autore del romanzo storico “L’ARMATA DEI FIUMI PERDUTI" scrisse riguardo il mio libro L’ARMATA COSACCA IN ITALIA 1944-1945 : ““Esso costituì per me una fonte preziosa d’informazione, a completamento della mia esperienza diretta.”“Gli storici dell’ avvenire dovranno ricorrere soprattutto all’ opera di Pier Arrigo Carnier, ricchissima di notizie, documentazioni, testimonianze di vario genere, fotografie.” Fin dal primo dopoguerra si dedicò a raccogliere notizie sull’ invasione cosacca , che ha lasciato nella popolazione friulana memorie fortissime di fatti a volte strani. a volte atroci, ma sempre carichi di suggestioni storiche ed  esotiche. Carnier è stato colpito dal tragico destino dell’ armata cosacca.Nel suo libro non ci sono soltanto i segni di u n paziente lavoro di storico-raccoglitore di documenti e di notizie (alla Ludovico Antonio Muratori per intenderci) ma anche di un coinvolgimento sentimentale- Lo stesso Carnier, in alcuni momenti più autobiografici e confidenziali del suo libro. lascia trasparire una traccia del suo interesse vivissimo, per lo strano popolo cosacco, asiatico e ancora un po’ “barbarico”. I cosacchi. che vennero in Italia dopo avere abbandonato l’Armata Rossa,, che essi detestavano in seguito all’ invasione della Russia da parte dei tedeschi, con le mogli, i figli, i vecchi, il pope,le icone ortodosse o il Corano, i grandi cavalli da tiro e quelli agili e nervosi da battaglia, hanno provocato  un’ impressione grandissima nel suo inconscio. E tracciare la storia della loro vicenda in Italia è stato da lui sentito come una sorta di missione, di scopo della vita, perseguito per decenni.
Un altro elemento importante del libro di Carnier è il punto di vista da cui la vicenda cosacca è osservata. La simpatia di partenza si tramuta in giudizio storico. Carnier racconta anche i misfatti, le crudeltà, i tradimenti dei cosacchi. Ma è ben lungi dal demonizzare la loro vicenda come fecero i bolscevichi, che considerarono i cosacchi turpi traditori della patria. O come fece quasi tutta la storiografia post-bellica di ispirazione comunista, anzi staliniana, alimentata da un odio implacabile, nei suoi rarissimi accenni alla vicenda. O come fece anche la storiografia della resistenza, che vedeva nei cosacchi dei nemici, e non una sventurata popolazione  dal suicidio collettivo nelle acque della Drava, il gulag e il plotone di esecuzione. Carnier perciò possiede anche il merito di avere corretto un po’ il tiro, e ristabilito un equilibrio all’ interno degli ultimi anni di guerra mondiale “.NOBILI, SINCERE E DI GRANDE VALIDITA’ E COGNIZIONE QUESTE AFFERMAZIONI DELLO SGORLON, CHE COSTITUISCONO UN GIUDIZIO FONDAMENTALE AUTOREVOLE A CUI VA LA MIA RICONOSCENZA E GRATITUDINE.

Desidero ricordare che a suo tempo, al momento dell’ uscita de “L'Armata Cosacca…” della Mursia. come scrissi altre volte, venne da me il grande regista internazionale Fred Zinnemann, che aveva letto il libro e mi propose di girare un film sul contenuto, proposta che naturalmente accettai con grande entusiasmo. Ma quando ormai avevamo fissato la trama ed altro, forti pressioni da esponenti ex alleati anglo-americani, che temevano la verità della famigerata consegna forzata ai sovietici trattata nel film, indussero Zinneman a sospendere l’iniziativa..  Non posso evitare di aggiungere che, via via nel tempo  ed anche di recente sono apparse, sulla vicenda cosacca,  talune pubblicazioni diffuse da un’ editoria minore, a mio giudizio prive di incisività storica frutto di notizie colte a destra e a manca.... Si sparsero anche voci secondo cui  taluno   attribuiva all’ atamano Pjotr Nikolaevic Krassnoff  dialoghi inesistenti, mai  avvertiti dai testimoni militari e civili a lui vicini, stante la lunga puntigliosa mia conoscenza della sua attività e vita privata  sulla base di   indagini e colloqui con  alti ufficiali e generali cosacchi. Si tratta di affermazioni in cui si ravvisa il tipico millantato credito all’ italiana... Vi è poi una vicenda di appropriazione indebita di miei document diffusi sulle mie pubblicazioni protette da COPYRIGHT con ogni diritto, da parte di taluno (friulano), con utilizzo degli stessi in un pietoso brogliaccio di foto, violazione che  avrà un seguito nella sede giudiziale appropriata.
 11 agosto 2018                                                                  CARNIER PIER ARRIGO

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