venerdì 7 agosto 2020

CARNIER PIER ARRIGO


CONSIDERAZIONI IN PARTE LEGATE AL  MIO LIBRO " L' ORS di PANI: Storie e racconti della Carnia".

Sui miei siti Facebook  e  Blogger ho scritto molto sul passato storico di mia conoscenza, evidenziando ormai palesi falsità ed invenzioni, quali "La Repubblica  libera  della Carnia",  " Un' estate di libertà 1944" ed altro, ma mi sono reso conto che non  ne  vale a pena, perchè nessuno sa niente e non c'è alcuna reazione.  Ormai esiste un pubblico amorfo al quale devi dire solo ciò che lui vuole o vorrebbe, mentre per il resto  mancando il medesimo  di cognizioni formative, preferisce non immischiarsi  per cui non sente, non vede.  A parte questo  passo a considerazioni sui  risultati del mio libro "L' ORS di PANI: Storie e racconti della Carnia" ed a delucidazioni aggiuntive che penso possano interessare.

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Sono ampiamente soddisfatto dei risultati del libro  " L' ORS di PANI. Storie e racconti della Carnia", che ha aperto una profonda traccia di interesse, rimuovendo nei Carnici il senso storico di una propria grandiosità di montanari che si proietta scultorea e dominante come mai prima, con validi riscontri positivi su piano nazionale. Rilevante interesse ha destato il carattere anticonformista del volume che, da messaggi pervenutimi costituisce, dal punto di vista narrativo, un caposaldo di inesplorate fascinose vicende della montagna carnica. 30 luglio 2020.
                                                *         *         *Antonietta Teon
  • Ancora mille grazie per tener vivo, a grande livello, l'immagine dei nostri antenati, delle nostre radici carniche...tra tutti di " barbe Toni" come le/i nipoti tra le quali mia mamma e poi noi lo abbiamo sempre chiamato...
    Grazie infinite a lei sig. Carnier, memoria storica ed efficacissimo narratore, a nome di tutta la nostra famiglia!


  • RISPONDO AGLI APPREZZAMENTI DEL LIBRO "L'ORS di PANI"AD ANTONIETTA TEON IN QUANTO LEGATA ALLA MEMORIA DEL MEDESIMO DA VINCOLI DI PARENTELA
Prendo atto delle sue espressioni di ringraziamento per i positivi risultati dell' ampio , forte , crescente pubblico apprezzamento del mio libro L' ORS di PANI legato, nel suo caso, al prezioso vincolo d' immagine dei suoi antenati. E' mia certezza, non per autosuggestione, attraverso valide considerazioni non mie, svestendomi della posizione di autore che , dal punto di vista etico narrativo e storico il libro costituisca per la Carnia un caposaldo.
Molti i messaggi pervenutimi oltre che da esperti da lettori a me ignoti, molto l' interesse negli USA, presumibilmente da parte di italo americani che pubblicamene ringrazio. La Saga degli Zanella, è argomento di indiscussa rilevanza etica. In essa, per quanto concerne la figura suggestiva dello Zanella Antonio, Ors di Pani, a rafforzare l' interesse s' innesca la vicenda partigiana di Mirko e Katia che, dal medesimo' ebbero assistenza morale e materiale. Mirko (Arko Mirko) comandante partigiano era iugoslavo mentre Katia (Gisella Bonanni), compagna di lotta ed amante, era cittadina di Raveo vissuta comunque in Francia. Mi è noto che aveva letto Proudhon Pierre-Joseph ed esteso le sue conoscenze al russo Bakunin, nonchè a Hegel e Karl Marx. Katia sprizzava di nazionalismo francese qualità socialmente eccelsa, ma il suo tratto più efficace , la lama più tagliente era la concezione decisoria di tipo stalinista che condivideva con Mirko, ma spesso era lei a decidere e talvolta a tagliere corto. Se ne rese conto il membro del C.L.N. veneto, prof. Mario Prevedello, in occasione a un incontro con Mirko e Katia, a Lorenzago nel Cadore, nel corso di una perlustrazione sperimentale condotta dai due col seguito del battaglione Friuli. Di Katia e Mirko doverosamente ho riconosciuto nel volume "L' ORS di PANI" il protagonismo, idealmente guidato da fini rivoluzionari di equità e giustizia. Comparvero sulla scena partigiana come un astro e furono per la Carnia motivo di risveglio da un mondo  e letargo  atavico.

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Partigiani rivoluzionari filostalinisti di primo piano Mirko e Katia non figurano rubricati nelle liste della resistenza. Stante la necessità di coprire le ragioni del loro assassinio i loro nomi furono sepolti nel silenzio con la premessa di diffuse menzogne. Raveo il paese di Katia nemmeno ha conservato la sua tomba in quel cimitero dove più volte, davanti alla stessa, sostai in silenzio. Conosco bene le sue vicende partigiane. Nel novembre 1944 Mirko con partigiani del Friuli rimasti al suo fianco, scese dalla valle di Pani ed attaccò il presidio cosacco di Raveo che fu costretto ad abbandonare il villaggio anche se poi vi fece ritorno. Katia, in base a testimonianza, appostata di vedetta su un' altura del paese, lanciava  grida minacciose di cui conservo nota  delle frasi pronunciate,  di incitamento a non avere scrupoli nell' azione in senso distruttivo, come se Raveo fosse un paese nemico. Katia odiava l' assieme delle decadenti concezioni paesane  di quel tempo odoranti di miserie ed di attriti   ed aveva dei risentimenti. Molti gli intrighi e gli odi che si erano sviluppati in paese. In realtà lei amava la Francia progressista, viveva di ardenti stimoli nazionalisti francesi guidata dai principi della lotta rivoluzionaria stalinista. Andava quindi ben oltre i limiti della resistenza  i cui motivi, quali amor patrio etc. ( mma quale amor patrio ?) erano per lei squallidi pensieri da monache di clausura...   Non ho mai detto e scritto queste cose, ma era tempo di dirle.



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