martedì 5 gennaio 2016

VIVO INTERESSE, NEI LETTORI,RIGUARDO IL GIUDIZIO ASSUNTIVO SULLA RESISTENZA CARNICA E SULL’ IMMAGINE DI MIRKO E KATIA

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Ho notato un forte interesse riguardo il post del 30.12.15 LA STAGIONE DELLA RESISTANZA CARNICA NELLA SUA EFFETTIVA REALTA’, già reso pubblico su questo sito, e alla risposta da me data sul caso MIRKO a Laura Matelda Puppini., che qui di seguito riporto assieme al testo delle domande rivoltemi ( Vedi allegati). Stante tale attenzione vorrei precisare che vari miei post già pubblicati sui siti Facebook e Blogger riferiscono su Mirko e Katia, legati all’infiltrato sovietico Cernikow e quindi al disegno di Stalin di un rivolgimento espansionistico nell’Europa occidentale, nord Italia compreso. I due ferventi stalinisti vissero il tardo autunno e l’inverno 1944-1945 fino alla data del loro assassinio in aprile, come già scrissi in vasti articoli documentati sulla stampa ( prevalentemente su Il Gazzettino e su “Asou Geats”, quest’ultimo periodico carnico diffuso anche in Austria) in due rifugi, il primo costruito con assi di larice prelevate ad Ampezzo nella segheria dei Nigris (Giuseppe Nigris era mio cognato) di fronte ai caseggiati dell’Ors di Pani agli inizi del Coladôr. Mise piede, in quel rifugio, il medico dottor Bonanni di Raveo, (Nota n.1) chiamato d’urgenza mediante un montanaro sceso dalla valle, in quanto Mirko era peggiorato in salute con sbocchi di sangue per l’emottisi. Sentendosi insicuri Mirko e Katia si spostarono poi in un punto dominante, sui crinali dell’alta valle a località “Pala dai Zocs” dove, all’alba ella liberazione caddero assassinati. Nel secondo rifugio nessuno mai mise piede ad eccezione del sovietico Cernikow. Riguardo la fase finale della loro sopravvivenza, divenuti nemici della Resistenza italiana, secondo Mirko fiaccata e nella quale si era spento l’ impulso rivoluzionario che io stesso, testimone del tempo, non mancai di avvertire. Col cav. Antonio Zanella “Ors di Pani” splendido, intelligente, acuto ineguagliabile montanaro, tornammo più volte a rivangare le confidenze fattegli da Mirko sui suoi principi ideali del divenire e su altri particolari importanti. Ricordo soprattutto che ne parlammo a lungo, nel suo casolare, una serata mentre nell'alta valle nevicava e tutt'intorno le montagne erano plumbee. Sull’ultimo periodo vissuto da Mirko e Katia ho riferito nel mio post “MIRKO e KATIA–MONOPOLI (Bari)” del 29.10.2014.
5 gennaio 2016
PIER ARRIGO CARNIER
Nota n.1
Testimonianza di Angelica e Carmela Bonanni, a me care, sorelle del medico.

                                     ALLEGATI
          
Domande postemi

Laura Matelda Puppini Dato che non siamo più giovanissimi, e che Lei conosceva, se non erro, il fratello ed il padre di Katia, Gisella Bonanni, (la moglie o fedele compagna di Mirko, poco importa, per me la giovane che fu al fianco di Mirko, combattè e soffrì con lui, che era tisico, ed affetto da emotisi), sarebbe importante che ci confermasse se effettivamente Mirko, che, dalle informazioni sinora avute, non combattè mai in Veneto, era veramente un ufficiale dell'areonautica di re Pietro, se si chiamava Arko Mirko, o se Mirko era il nome di battaglia, se è vero che era di Lubiana, tenendo conto, che se le informazioni vengono dalla famiglia Bonanni, come penso, potrebbe esser solo quello che essi sapevano, senza altra prova. La ringrazio se vorrà dare questo contributo. Laura Matelda Puppini


Risposta alle domande.
Sono tutt’ora procuratore irrevocabile “post mortem” di Mirko nome di battaglia, la cui identità anagrafica, assolutamente certa è Arko Mirko, da me dichiarata in pubblicazioni editoriali e in vari articoli sulla stampa e me ne assumo ogni responsabilità. Fui io a cercare i familiari di Mirko in Iugoslavia e ad informarli sulla sua fine mentre i responsabili della Resistenza nulla avevano comunicato e l’ANPI di Udine mi dichiarava di nulla sapere come se il noto comandante partigiano non fosse esistito…. Fui nominato con due procure irrevocabili nella Federativa Iugoslava, una del 1987 l’altra nel 1998, con ampi poteri onde difendere la memoria di ARKO MIRKO ed accertare gli esecutori ed i mandanti del suo assassinio ed ogni altra connessa particolarità. Le informazioni in mio possesso sull’identità anagrafica di Mirko rigorosamente controllate, vengono dalla Iugoslavia da me accertate presso l’autorità civile, e non dalla famiglia Bonanni che comunque lo riconobbe nei documenti ed immagini da me esibite, famiglia con la quale, in ogni caso, ebbi molti rapporti diretti così come con Bonanni Dionisio, fratello di Katia.
Gisella Bonanni ”Katia” era compagna di Mirko non assolutamente moglie . Mirko era nato in Slovenia e a 21 anni, nel 1943, faceva parte, quale studente, della Scuola militare di idroaviazione di Divulie, dell’Esercito regio iugoslavo di re Pietro Karagergevic presso Spalato in Dalmazia. Con l’occupazione italiana della Slovenia, Dalmazia etc. Mirko cadde prigioniero delle truppe italiane nella menzionata Scuola militare di Divulie. Venne immediatamente internato in Italia in un campo di prigionieri a Padova e poi ricoverato in ospedale. Prova documentale in mio possesso.
31 dicembre 2015
 PIER ARRIGO CARNIER



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