domenica 13 marzo 2016

RISIERA DI SAN SABBA - TRIESTE


COMUNICATO AD AMICI E SIMPATIZZANTI ED A QUANTI SI INTERESSANO
DI VICENDE STORICHE

Ho rilevato di recente un riacceso interesse sul mio sito Blogger, che ha una vasta diffusione internazionale, riguardo l’argomento della Risiera di San Sabba per cui riporto nuovamente, qui di seguito, il post da me diffuso il 17 maggio 2014.

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Mi è capitato di leggere di recente, sul Messaggero Veneto,  una lettera pubblicata come articolo  concernente  la Risiera di San Sabba ed ho avvertito l’eterno dilemma se valga la pena di prendere posizione o meno. La lettera, pubblicata il 30 aprile, è scritta da un bambino della Scuola elementare G. Carducci di Udine. In gita scolastica a Trieste il medesimo ha visitato la Risiera ed al riguardo riferisce quanto  evidentemente ha assorbito dall’ informazione, si presume didattica o dovuta alle guide all’ interno della stessa Risiera. A un certo punto della lettera, dopo dei  dati introduttivi alquanto inesatti, ma questo non ha alcuna rilevanza, egli spiega che i  tedeschi nella Risiera: “…. aggiunsero i forni crematori dove ogni giorno venivano uccise più di mille persone…Asserisce poi conclusivamente che .”... in questo luogo ho provato un senso di paura e di tristezza per tutte le persone che hanno sofferto e sono morte… per cui mi sembrava che  la terra mi  mancasse sotto i piedi “.
La Risiera di San Sabba non fu certamente luogo di villeggiatura ma non fu affatto campo di sterminio ma semplicemente di transito. In una prima fase i detenuti ebrei,  circa 200-300, furono deportati e i rimanenti, ivi trattenuti circa 100-120, furono liberati a fine guerra. Le vittime effettive, per uccisioni, non sono affatto assolutamente migliaia e nemmeno centinaia, ma si riducono complessivamente a un’ entità  non rilevante che nemmeno vale la pena che io riferisca in quanto dovrei aggiungere una serie di  spiegazioni articolate.
E’ però evidente che, nella mente di questo bambino o ragazzo, si è già insediata una falsa e grave convinzione, difficilmente estirpabile,  dovuta alle manipolazioni della verità storica orchestrate a fine guerra da una congiura di elementi di parte onde costruire un falso alone patibolare favorevole alla Resistenza.
 Nella mia veste di studioso ed autore del volume  “Lo Sterminio Mancato “- Mursia editore 1982,  con successive ripetute riedizioni, sulla base di lunghe indagini ho riferito peculiarmente  quanto accadde nella Risiera, tant’ è che il volume venne depositato, dal famoso storico inglese,  prof. Gerald  Fleming, verso cui tengo grande ammirazione e rispetto  docente all’ Università di Oxford,  al processo tenuto in Israele negli anni ottanta, quale prova a discarico  di Ivan Demjaniuk, l’ucraino imputato di essere stato il “Boia di Treblinka”, lager nel quale il medesimo prestò  effettivamente servizio come guardia per poi essere trasferito, con analogo compito, nella Risiera di Trieste. Di conseguenza la magistratura di Israele, previe intese con l’Ambasciata d’Italia e su mio consenso,  inviò in Italia l’avvocato israelita Michael Horowitz assieme a due agenti del Mossad ( Servizio segreto) che, unitamente  al dottor  Abbate, capo della Digos di Trieste, vennero ad incontrarmi a Porcia (Pordenone) nella mia abitazione. Con gli stessi vi fu per un’ intera giornata un lungo colloquio  a conclusione del quale  consegnai loro le prove  che servirono in modo determinante, confermate   dalla mia testimonianza resa poi  in giudizio, al proscioglimento dell’ucraino Ivan Demjaniuk che già  era stato condannato a morte. Dico tutto questo  per far capire di avere conoscenza con certezza di quanto accadde effettivamente nella Risiera, senza che ciò assuma veste attenuante in riferimento alle complesse vicende della “SOLUZIONE FINALE DEL PROBLEMA EBRAICO” (ENDLÖSUNG DER JUDENFRAGE ". Sostanzialmente deploro  e condanno quindi la falsa, grossolana,  tendenziosa e strumentale  versione dei fatti costruita a suo tempo e messa in campo sulla Risiera  per  provocare effetti di facile credibilità mediatica  !!

17 maggio 2014
                                                    PIER ARRIGO CARNIER


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