domenica 3 marzo 2019

STUPEFACENTE INTERESSE NELLA FEDERAZIONE RUSSA, STATI UNITI, ALASKA SOLLEVATO DAL MIO POST SUL MARTIRIO DI ELENA DEL BEN



CARNIER PIER ARRIGO - Storico e giornalista

Ritengo di riproporre ai lettori il seguente post che ha  sollevato vasto interesse.

COMUNICATO

Stante il notevole sdegno  sollevato di recente dalla negazione delle vittime della Foiba di Basovizzaa, da parte dell' ANPI di Rovigo, ed il positivo vasto clamore del  film  del regista Maximiliano Hernando Bruno sul martirio dell' istriana Norma Cossetto, violentata ed assassinata dai partigiani slavi, ritengo di ripubblicare il mio post diffuso sui miei siti Facebook e Blogger,  il 30agosto 2017  che riferisce sul martirio della giovane purliliese ELENA DEL BEN   in territorio di  Porcia di Pordenone il 27 ottbre 1944, prima violentata da un gruppo di  partigiani locali e poi brutalmente uccisa a pugnalate e abbandonata nei pressi del cimitero di Pieve. Su questo barbaro episodio e su altri, compreso il massacro del centinaio di prigionieri cosacchi di Avasinis, donne e bambini compresi, abbandonati poi senza sepoltura ed i cui resti lasciati orrendamente sul luogo per quattro anni, come da  me precisato documentalmente tramite intervista diffusa  via Internet e da Canale Tg.110- Udine, si tace. Le sedi ANPI  fanno silenzio, non vedono e non sentono.....


STUPEFACENTE INTERESSE NELLA FEDERAZIONE RUSSA, STATI UNITI, ALASKA SOLLEVATO DAL MIO POST SUL  MARTIRIO DI ELENA DEL BEN

Stupefacente direi quasi incredibile la sorpresa datami  dal grafico del mio sito Blogger, nel constatare il verde intensissimo diffuso sull’ intera Federazione Russa, Stati Uniti, Alaska e Italia, evidenziante l’interesse dei lettori al mio post diffuso anche su Facebook, in data 18 luglio u.s., dal titolo “ IL MARTIRIO DIMENTICATO DI ELENA DEL BEN, GIOVANE CITTADINA PURLILIESE UCCISA NEL 1944 DAI PARTIGIANI”. Credetemi ho provato delicatezza d’animo e un senso di conforto spirituale nel rendermi conto di questo vasto esteso interesse a suffragio della memoria di  questa giovane martire, orrendamente sfigurata dai partigiani, dimenticata per oltre settant’ anni per aridità di sensazioni ambientali e  condizionamenti tacitamente imposti  dal  clima di  predicata ma  falsa libertà. Mi permetto quindi, stante l’interesse sollevato,  di riproporre ai lettori il post.
Stante il notevole sdegno di recente sollevato dalla negazione delle vittime della Foiba di Basovizzaa da parte dell' ANPI di Rovigo ed il positivo vasto clamore del  film  del regista Maximiliano Hernando Bruno sul martirio dell' istriana Norma Cossetto, violentata ed assassinata dai partigiani slavi, ritengo di ripubblicare il mio post diffuso sui miei siti Facebook e Blogger il 30 agosto 2017 che riferisce sul martirio della giovane purliliese ELENA DEL BEN   in territorio di  Porcia di Pordenone il 27 ottbre 1944, prima violentata da un gruppo di  partigiani locali e poi brutalmente uccisa a pugnalate e abbandonata nei pressi del cimitero di Pieve. Su questo barbaro episodio e su altri, compreso il massacro del centinaio di prigionieri cosacchi di Avasinis, donne e bambini compresi, abbandonati poi senza sepoltura ed i cui resti lasciati orrendamente sul luogo per quattro anni, come da me preciasato documentalmente tramite intervista diffusa  via Internet e da Canale Tg.110- Udine, si tace. Le sedi ANPI tacciono, non vedono e non sentono e continuato a percepire finanziamenti...                                                             

MEMORIA

Riguardo il territorio della “Destra Tagliamento”, che ha la sua storia e di cui Pordenone è capoluogo, con un’indagine condotta mediante sopralluoghi, dialoghi con protagonisti, acquisizioni documentali e presa conoscenza di pubblicazioni, mi riuscì, nel corso di lunghi  anni, a partire al 1962, di raggiungere una visione concreta di quanto ebbe a verificarsi nel periodo dell’occupazione tedesca 1943-1945, che si diversificava dal concetto di vera e propria occupazione, essendo la Germania (III°Reich) nostra alleata, e della conseguente insurrezione resistenziale. I risultati di questa mia analisi in un compendio che coglie gli aspetti più significativi, utili alla comprensione, sono esposti nel mio recente volume diffuso dalla Mursia, dal titolo “COSACCHI CONTRO PARTIGIANI- Friuli occidentale”. Sempre a proposito della “ Destra Tagliamento” o “Friuli occidentale”, nel corso della mia attività giornalistica di oltre quarant’ anni con diverse testate, trattai vari argomenti resistenziali spesso a più puntate. In uno di questi, pubblicato dal Messaggero Veneto in tre puntate nelle date del 5,6 settembre e 13 ottobre 1996, mi occupai della condanna a morte, su sentenza del Tribunale straordinario tedesco, dell’ ufficiale del Regio Esercito e comandante partigiano Franco Martelli la cui esecuzione, mediante fucilazione, avvenne nelle caserme di via Roveredo in Pordenone.. Per taluni risvolti, del tutto ignorati e da me rivelati, l’argomento era e rimane senza dubbio rilevante. Nella puntata conclusiva uscita il 13 ottobre 1996, oltre a porre in rilievo lo straordinario impegno umano del federale fascista Bortolozzi nel tentare di bloccare, sebbene vanamente, l’esecuzione del Martelli, evidenziai un’oscura vicenda rimasta ignorata, quella precisamente dell’uccisione, da lato partigiano, di Elena Del Ben, splendida giovane trentaseienne di Pieve, piccola borgata contadina in comune di Porcia. Eravamo alla fine di ottobre 1944. L’uccisione avvenne esattamente il giorno 27. Nell’ aria piuttosto umida, essendo periodo di fine vendemmie, regnava odore di raccolti. Stante lo stato di guerra e le circostanze resistenziali sussisteva un clima di paura stagnante, ciò nonostante il sinistro episodio di sangue, toccò la sensibilità dei cittadini e vi fu una forte disapprovazione. Per avere notizie sul caso presi a suo tempo contatti, nella menzionata borgata, con alcuni stretti parenti. Ebbi dagli stessi una bella fotografia della giovane che pubblicai sul Messaggero, nella menzionata ultima puntata. Tenendo in mano quella foto ed ascoltando ciò che i parenti rievocavano, mi passarono per la mente i tempi di assoluto potere delle grandi famiglie possidenti purliliesi e dei dintorni che avevano il dominio sulle proprietà terriere, una delle quali legata nelle origini al Sacro Romano Impero. Per contadini e prestatori d’opera quei tempi furono di assolta sudditanza e più esattamente da “Pane da padrone”, secondo un’ appropriata definizione contenuta nel libro “La ragazza di Fònzerga”, scritto a due mani dalle vicentine Marta Prebianca e Maria Anna Polli, indubbiamente interessante per talune notizie sulla seconda guerra relative ai tedeschi.Fu in quel clima che Elena visse ? Sì, effettivamente visse tale realtà. Essa amava però decisamente l’eleganza, le piaceva distinguersi, curava molto la sua immagine mettendo i suoi risparmi nel vestire bene. Elena fu sospettata dai partigiani di possibili simpatie da parte dei tedeschi che allora presidiavano quei luoghi con comando a Villa Dolfin di Porcia. Essendo giovane donna di bell’ aspetto con cura di sé stessa era naturale che suscitasse delle simpatie. Diverse furono le versioni del come fu prelevata. I parenti mi informarono che Elena, per quelle inevitabili simpatie dei tedeschi,  temeva i partigiani ed aveva realmente confidato a diversi la paura di essere uccisa…. Fu prelevata nella sua borgata o, in ogni caso, al seguito di taluno raggiunse i pressi del cimitero di Pieve, luogo  evidentemente prescelto, dove le si pararono di fronte i carnefici. In una specie di processo d’accusa credo le siano state dette frasi indegne dell’essere umano, tali da allibirla..  Dalle testimonianze, non solo dei parenti, ma di cittadini di Palse e Porcia, Elena venne violentata dall’ intero gruppo e poi uccisa. Al rinvenimento del cadavere oltre a mortali colpi d’arma da fuoco furono notati segni laceranti di diverse pugnalate al collo, alle braccia ed al seno, prova di una ferocia bestiale. Una donna anziana di Fontanafredda, a cui, oltre quarant’ anni fa al tempo delle indagini sul caso , ero stato indirizzato, mi disse fra altre cose che restano a latere del giudizio sul delitto, che Elena era molto devota a Santa Rita da Cascia per cui ritengo che, prima di perdere conoscenza sotto lo i colpi d’arma e le crudeli pugnalate, lei l’abbia invocata. Il suo martirio va senza dubbio assunto a memoria luminosa ed a condanna, senza possibilità di appello, della crudeltà da sciacalli  che infangarono certe vicende partigiane. Un amico, sempre oltre quarant’ anni fa, mi  rilasciò alcune foto di partigiani del luogo, ritenuti i torturatori ed uccisori di Elena . Elena Del Ben, secondo la certificazione dalla Parrocchia di Palse, essendo nata il 3 settembre 1908 ed uccisa il 27 ottobre 1944 aveva, come già riferito in precedenza, 36 anni. Fu sepolta il 30 ottobre 1944 nel cimitero di Pieve, luogo isolato sprofondato nella quiete contadina, ma la storia non finisce qui. Nei giorni successivi al rinvenimento del cadavere il comandante tedesco di Villa Dolfin, un severo maresciallo che, si dice, intervenisse perfino nelle liti familiari quando taluno usava violenza, provvide rapidamente all’ arresto di alcuni partigiani sospettati, secondo soffiate, di essere gli autori del delitto. Sottoposti ad interrogatorio probabilmente confessarono, ma questo non fu dato di saperlo. Al termine dell’ interrogatorio, sotto scorta di alcuni tedeschi, detti partigiani furono fatti salire su uno dei tipici autocarri della Wehrmacht che fece sosta a circa a metà di via Correr. Qui uno dei tedeschi,  disse loro: “ Siete liberi, potete andare !” Scesi dall’ autocarro i partigiani si avviarono sulla strada ma, nel giro di pochi istanti, furono abbattuti da alcune raffiche di “Maschinenpistole”. Era il tipico metodo dei tedeschi che, in relazione all’ ordinanza Nacht und Nebel del 7 febbraio 1941, disposta da Hitler ma firmata da Keitel, accertata la colpevolezza e stabilita la condanna a morte, semplificavano l’esecuzione della stessa e, nel rapporto d’obbligo che inviavano a Berlino, precisavano che l’uccisione era avvenuta legittimamente mentre tentavano la fuga.
 20  luglio 2017  - riproposto il 30 agosto 2017                                                     

         PIER ARRIGO CARNIER



Pier Arrigo Carnier Ringrazio Margherita Nesich , Bruno Del Ben, Massimo Pighin, Giacomo Oberto, Angelo Geracitano e i molti altri, oltre duecento, per l' aver preso atto dei contenuti del mio post evidenziante la barbara uccisione di Elena Del Ben e ribadire a chi non vuol sentire  il massacro del centinaio di cosacchi di Avasinis  (prigionieri coperti da leggi di tutela) abbandonati insepolti per quattro anni, fatto su cui pesa un ' esecrabile connivenza di silenzi. Sempre per l' aver preso atto dei contenuti del mio post ringrazio Paola Di Sopra, Miurin Francesca, Luca Leita, Alena Stejskal. Non posso evitare di aggiungere che i due fatti dolenti per il significato di codanna che rivestono, a cui si aggiungono altri, uno dei quali l' eliminazione di una quindicina di giovani prigionieri calmucchi, che io vidi coi miei occhi il 3 maggio 1945 e lessi nei loro sguardi la paura della morte imminente, assassinati da partigiani carnici nei boschi sottostanti il monte "Piz di Mede" (Zovello), mentre era dovere consegnarli agli alleati che già avevano raggiunto Tolmezzo. I relativi corpi, violando principi elementari di civiltà, furono abbandonati in mezzo a un bosco come quelli di Avasinis ed i cui resti vennero rinvenuti diversi anni dopo da un imprenditore locale...Questo sudiciume morale da parte di elementi che poi si presentarono immondi  a celebrazioni partigiane con sventolio di bandiere rivendicando il merito di aver conquistato la libertà, in realtà ottenuta incontestabilmente sul campo dalle forze alleate angli-americane  e non dai partigiani, per chi realmente conosce la storia  è  veramente provocatorio.




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