venerdì 8 marzo 2019


Oberstleutnant (Tenente colonnello) Prinz zu Salm-Hostmar, comandante del 6° Reggimento cosacchi del Terek del 15° Corpo di cavalleria cosacca che combattè nei Balcani ; 1943-1945.



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Pier Arrigo Carnier Ho constatato con piacere l' apprezzamento dell' immagine dell' alto ufficiale del 15° Corpo di cavalleria cosacca, unità della Wehrmacht su cui tengo nomina di delegato ufficiale per la storia. Trattasi dell' Oberstleutnant (Tenente colonnello) Prinz zu Salm-Hostmar, comandante del 6° Reggimento cosacchi del Terek.. Si tratta quindi di un principe e, da quanto io sappia, i cosacchi del reggimento lo adoravano per il tratto del comportamento, militarmente tedesco ma permeato di nobiltà e di quel tocco, derivante dall' uniforme, dell ' inscindibile fascino cosacco evocante luci e tenebre, scalpiccio di cavalli e sguainare di sciabole. Ho conosciuto diversi ex ufficiali cosacchì superstiti e tedeschi del 15° Corpo, rientrati nella vita civile, taluni dopo oltre dieci anni di prigionia, trascorsi nei Lager siberiani, fra i quali il conte Goess austriaco, propretario di un castello nei dintorni di Klagenfurt. Gli feci visita diversi anni fa assieme alla giornalista romana, Marina Valensise, in occasione a un' intervista sulla Drava da me rilasciata alla stessa sui luoghi dove i cosacchi in ritirata dall' Italia si erano accampati e dove avvenne poi la loro forzata consegna ai sovietici. Goess , quale ufficiale del 15 Corpo venne quindi intervistato quale testimone, avendo egli vissuto nel sud Carinzia la stessa vicenda con relative conseguenze. La duplice intervista fu poi mandata in onda su Mediaset. Marina Valensise era figlia di un ex gerarca fascista e , come tale, lavorava allora per il Foglio di Ferrara e per Mediaset. La ricordo come donna estremamente piacevole e di eccezioale spigliatezza. Seppi che, in seguito, era passata in Francia e, date le sue brillanti qualità, aveva assunto la direzione di un' importante istituzione educativa.
Per l' attenzione all' immagine del Prinz zu Salm-Hostmar ringrazio Eva Balikova, Alena Stejskal, Elisabeta Maksimovica, Miurin Francesca, Silvia Ostinelli, Luca Leita, Gianni Oberto, Giacomo Oberto, Ivan Odnorog, Vasili Petrenko, Vadim Revinj, Oleg Lixanow e i molti altri per il loro cortese assenso.





CARNIER PIER ARRIGO. Cari amici e lettori sulla base dei "Mi piace" nei confronti delle mie considerazioni riferite all' immagine del tenente colonnello Prinz zu Salm Hosthmar, ho notato che, le stesse, hanno sollevato compiacimento come quando ci si trova di fronte a qualcosa che desta stupore misto ad entusiasmo. Effettivamente i Cosacchi suscitavano questa sensazione. Laddove arrivavano in gruppo a cavallo per effettuare un ' ispezione od altro, la loro immagine troneggiante sui cavalli ed il rumore degli zoccoli metteva paura per poi renderti conto, con un respiro di sollievo, che si trattava non di sensazione intimidatoria bensì di fermezza. C' era un modo di essere dei cosacchi, riflesso del loro mondo uniforme di sterminate steppe dagli orizzonti sconfinati su cui si alzavano profili di lontane nere montagne. Per concezione primigenia la mentalità cosacca era intrisa di fatalismo con l'accettazione degli eventi come predesignati, ma reagendo agli stessi, laddove OCCORRESSE mantenere autonomia o potestà. In ogni caso l' uomo, il cosacco, viveva con costanti stimoli di guerra ritenendo questa la sua funzione essenziale, concedendosi dei bivacchi di svagato abbandono all' ozio, come scrisse ache Tolstoj. lasciando alla donna totalmente le incombenze della quotidianità dell' isba ( la casa) e l' impegno dell'attività lavorativa nei poderi, per cui la cosacca assunse in tal senso, nel nucleo familiare e nell' educazione dei figli, una funzione guida.



 










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