martedì 27 agosto 2013

OSCURE VICENDE PARTIGIANE CHE, UFFICIALMENTE, PASSANO SOTTO SILENZIO



OSCURE VICENDE PARTIGIANE CHE, UFFICIALMENTE, PASSANO SOTTO SILENZIO

26 agosto 2013 alle ore 22.10

COMUNICATO AD AMICI E SIMPATIZZANTI E A QUANTI SI INTERESSANO DI VICENDE STORICHE


Ringrazio Luca Leita, Andrea Di Natale, Emiliano Di Gion, Vincenzo E. Valentini,  Luca Cossa e quanti altri per l’attenzione e condivisione del mio ultimo comunicato di netta condanna del pietoso video “Carnia 1944. Un’estate di libertà” motivata da  spontanee testimonianze  carniche di sdegno per la la non verità  del contenuto.Varie sono  le testimonianze già pervenutemi, in passato, ma non vi è  bisogno alcuno di evidenziarle  a riprova della nullità storica  del video presentato all’opinione pubblica da  un organismo universitario dichiaratosi  Dipartimento di Scienze Storiche Documentarie.
Qualche tempo fa un cittadino  mi scriveva delle considerazioni esprimendo positività e compiacenza per  frasi di colore, scritte da un tale in un contesto storico,  al che osservai che il colore è  un elemento integrante che nulla incide nella storia seppure ovviamente vi possa  coesistere. Prendo quindi occasione per dire che il senso della storia è un filo sottile visibile a chi  di storia veramente se ne intende, che appare e scorre fra le righe delle frasi scritte del testo qualificato come tale e si spezza laddove non di storia si tratta,  per poi riapparire dove di storia si tratta.
Mi permetto di aggiungere, con l’occasione,  una notizia appresa proprio oggi, 26 agosto, pubblicata dal Messaggero Veneto sotto il titolo -“Attila” . Uno spietato giustiziere-  a firma di persona che ritengo assolutamente attendibile la quale, in una lettera al quotidiano, riporta testualmente  quanto scritto dal padre. Di detta lettera ritengo di riferire alcuni brani che consiglio di leggere ai responsabili  del filmato “ Carnia1944. Un’estate di libertà” . La stessa  riferisce  su un partigiano del Friuli, quindi non della Carnia,il  che non fa difetto perché  certe modalità e metodi di comportamento  finivano per creare e diffondere   un’immagine tipica   dell’atmosfera partigiana,  pressochè identica per le formazioni operanti sia in montagna che in pianura : … si tratta di un giovane partigiano garibadino di San Martino al Tagliamento, tristemente noto perché responsabile dell’uccisione di molte persone talora con modalità “ barbare e disumane”. Il tutto in un contesto di azione personale di giustiziere spietato nelle file della Garibaldi con attribuzione a sè stesso del nome di battaglia "Attila". Aveva sulla coscienza decine di omicidi…. Nei giorni successivi alla liberazione ci fu ad Udine un’adunata di partigiani di tutte le formazioni:  bandiere al vento, canti , musiche. Nel corteo sfilavano anche i cartelli col nome dei caduti. Lessi su uno di questi il nome di “Attila”. Era una beffa ingiuriosa. Era stato ricuperato e messo nell’elenco dei martiri. Ne seguì una protesta poi tutto cadde nel silenzio… !!
Quello che, nella lettera, emerge di rilevante  è che l’autore della stessa, con parole sue non del padre,  conclude : “ Ora lo ritroviamo ( “Attila” col nome proprio) nell’elenco del monumento eretto alle caserme di Pordenone,  insieme alla medaglia d’oro Franco Martelli…”
I commenti non servono !!

 26agosto 2013

 PIER ARRIGO CARNIER

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